lunedì 24 gennaio 2011

Ardesia-Parte I

Oggi voglio pubblicare un racconto che in origine avrebbe avuto questo titolo ed avrebbe dovuto avere ben più ampio respiro. Col proseguire del lavoro l'autore si è reso conto che il romanzo non è il suo mestiere...Ho deciso quindi di riproporre il racconto in una versione più corta e più nelle mie corde. Li pubblicherò in ordine inverso, in modo da essere più comodo per chi legge. Buona lettura.



Il pomello della porta è insolitamente appiccicoso e quella sgradevole sensazione non è dovuta alla mano un po’ sudata per l’ennesima giornata afosa; probabilmente Elena non si è lavata le mani dopo essersi dedicata alla cura del giardino. Alessandro non ha mai sopportato chi imbratta le cose ma con Elena ha sempre lasciato correre. È consapevole che quella stempiatura un po’ troppo accentuata e quel fisichino esile da impiegato triste non sono sufficienti a meritarsi una donna così bella quindi pragmaticamente evita di romperle i ciglioni. A 31 anni ha però deciso che lei meravigliosa ventiseienne neolaureata merita un uomo un po’ più avvezzo alla cura di se stesso. Si è iscritto in palestra, il fisico pare quello di sempre ma si sente più forte, il sesso dura di più ed è certo che lei ultimamente venga prima, più spesso e più intensamente: un altro mese di palestra e si sentirà Rocco Siffredi, alla faccia dell’evidenza.
Mentre gira quel pomello appiccicoso si chiede cosa se ne facciano di una casa così grande; già, perché Alessandro sta già pensando al tragitto porta-cucina, dove prenderà la spugna e la bagnerà, al tragitto inverso, alla pulizia del pomello e al terzo viaggio per sciacquare la spugna.

Non hanno figli ma quella villetta recuperata da un’antica fattoria, 10 volte più bella di quegli aborti recenti sull’altro lato della strada provinciale, sarebbe abbastanza grande da ospitarne comodamente 5. lui ha 31 anni ma non è un giovane, di figli non hanno mai parlato, lei si è laureata da poco, era sottinteso che non ne volessero prima, ma adesso? Alessandro ha fatto progetti di allargare la famiglia, ha sognato lei col pancione con lui all’IKEA a scegliere i mobili e si è già visto bestemmiare perché gli avanzano troppe viti. Non le ha mai confessato questi sogni da piccolo carpentiere e meno che mai quelli da giovane papà. La paura di perdere una donna che è convinto di non potersi permettere lo sta lentamente chiudendo in sé stesso.

Mentre si avvia verso la taverna del piano terra sente un rumore dalla loro camera, si rallegra a saperla sveglia e si chiede se finalmente non abbia deciso di affrontare le notti afose con la finestra aperta.
L’acqua scorre lentamente come al solito ed Alessandro per la ventesima volta si ripromette di chiamare l’idraulico. Ritorna con una spugna verso la porta, pulisce e torna indietro. Guardando lo studio del piano terra si fa pena da solo scoprendosi a pensare che potrebbe invitare la madre a stare con loro. Scaccia un pensiero che lo fa sentire più antico che vecchio, posa la spugna nel lavello e si chiede se ha effettivamente sentito Elena domandargli qualcosa.

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