martedì 2 dicembre 2008

E scaccia pure Rino Formica.

E ogni giorno ce n'è una nuova sulle misure scaccia crisi.


Berlu-Sky: la vera storia
di Peter Gomez e Marco Lillo
L’Iva agevolata sulla pay-tv? Un favore fatto a Berlusconi nel 1991 dal ministro socialista Rino Formica e dal governo Andreotti. E dietro lo sconto, secondo la Procura di Milano, c’era anche un tentativo di corruzione
«Ma quale conflitto di interessi. La sinistra ha concesso a Sky per i rapporti che aveva con quella televisione il privilegio del 10 per cento dell'Iva. Abbiamo tolto quei privilegi e abbiamo fatto ritornare l'Iva a Sky uguale a quella di tutti gli altri».

E' proprio questa la vera storia del trattamento fiscale agevolato per la pay tv? "L'espresso" ha fatto una piccola inchiesta per ricostruire la vicenda dello sconto dell'Iva a Telepiù, il primo nome della tv a pagamento che fu fondata dal gruppo Fininvest per essere ceduta prima a una cordata di imprenditori amici, poi ai francesi di Canal Plus e infine nel 2002 a Murdoch che la denominerà con il nome del suo gruppo: Sky.

Si scopre così che l'Iva agevolata sugli abbonamenti della pay-tv italiana è stata un trattamento di favore risalente al 1991 fatto dal ministero retto dal socialista Rino Formica e dal governo Andreotti a Silvio Berlusconi in persona. Non solo: dietro questo favore, secondo la Procura di Milano, c'era persino stato un tentativo di corruzione.


Nel 1997 Il pubblico ministero Margherita Taddei chiese il rinvio a giudizio per Berlusconi. Lo chiese anche sulla base di un fax che fu trovato durante una perquisizione. La missiva era opera di Salvatore Sciascia, allora manager Fininvest e oggi parlamentare del Pdl nonostante una condanna definitiva in un altro procedimento per le mazzette pagate dal gruppo alle Fiamme Gialle. Nel fax, diretto a Silvio Berlusconi, Sciascia chiedeva di spingere per far nominare alla Corte dei Conti il dirigente del ministero delle Finanze Ludovico Verzellesi, meritevole perché in precedenza si era speso per fare ottenere l'agevolazione dell'Iva al 4 per cento per Telepiù. In pratica, secondo la ricostruzione dei magistrati, la raccomandazione era il ringraziamento di Fininvest per il trattamento ricevuto.


Il fascicolo processuale però fu trasferito nella Capitale per competenza nel 1997. Nel 2000 il Gip Mulliri, su richiesta del procuratore di Roma Salvatore Vecchione e del pm Adelchi D'ippolito (oggi capo dell'ufficio legislativo del ministero dell'economia con Giulio Tremonti) archiviò tutto.Nessuna rilevanza penale, quindi. Ma restano i dati oggettivi sulla trattativa tra la Fininvest e il ministero per l'abbassamento dell'Iva sulla pay tv: dal 1991 al 1995 quando era controllata o partecipata dal gruppo Berlusconi, Telepiù ha goduto di un'aliquota pari al 4 per cento. Un'agevolazione che allora Berlusconi non considerava scandalosa. Mentre oggi definisce "un privilegio" l'aliquota più che doppia del 10 per cento.

L'innalzamento dal 4 all'attuale 10 per cento fu introdotto alla fine del 1995 nella legge finanziaria del Governo Dini. All'epoca i manager di Telepiù, scelti dal Cavaliere, salutarono così il provvedimento: «È l'ultimo atto di una campagna tesa a mettere in difficoltà la pay tv».

Il 25 ottobre del 1995, Mario Zanone Poma, (amministratore di Telepiù sin dalla sua fondazione) dichiarava alle agenzie di stampa: «L'innalzamento dell'aliquota Iva:
1) contraddice la sesta direttiva della Comunità Europea;
2) contraddice l'atteggiamento degli altri paesi europei verso aziende innovative quali le pay tv;
3) crea una grave discriminazione tra la pay-tv e il servizio televisivo pubblico».
In pratica il manager scelto da Berlusconi diceva le cose che oggi dicono gli uomini di Murdoch.

Effettivamente un ruolo dei comunisti ci fu. Ma a favore del Cavaliere.

Il Governo Dini voleva aumentare l'Iva fino al 19 per cento (come oggi vorrebbe fare Berlusconi) ma poi fu votato un emendamento di mediazione che fissò l'imposta al 10 per cento attuale. L'emendamento passò con il voto decisivo di Rifondazione Comunista: il suo leader dell'epoca, Fausto Bertinotti, in un ribaltamento dei ruoli che oggi appare surreale, fu duramente criticato dall'allora responsabile informazione del Pds (e attuale senatore del PD) Vincenzo Vita: «È squallido che Bertinotti abbia permesso un simile regalo a questo nuovo trust della comunicazione, figlio della Fininvest».

E va bene così, senza parole (Vasco Rossi).

La notizia.

lunedì 1 dicembre 2008

Ri-scaccia tu che ri-scaccio io.

E la premiata berlusconeria italiana non si ferma davanti a niente e viaggia a passo spedito verso la risoluzione della crisi e dopo l'aumento dell'iva sulle pay tv adesso arriva al galoppo la nuova brillante iniziativa...

ENERGIA
Solare e doppi vetri più cari
stop agli incentivi per l'efficienza
Il decreto anticrisi del governo riduce drasticamente le detrazioni fiscali


ROMA - Il concetto di efficienza energetica si conferma decisamente ostico per il governo. Dopo la battaglia per impedire l'obiettivo del miglioramento del 20% entro il 2020 imposto dalla apposita direttiva dell'Unione Europea e dopo aver cancellato l'obbligo di certificazione energetica nella compravendita degli immobili, Palazzo Chigi ha dato un'altra picconata alle misure per ridurre la bolletta energetica nazionale. Questa volta la misura è contenuta nel recente piano anticrisi approvato dall'esecutivo e va a colpire la possibilità di ottenere vantaggi fiscali in caso di interventi di riqualificazione energetica.

La normativa introdotta un paio di anni fa dall'allora ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani prevede infatti l'opportunità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 55% delle spese sostenute, ad esempio, per installare un pannello solare o sostituire un impianto di climatizzazione o cambiare gli infissi alle finestre. Ma ora, con l'entrata in vigore del decreto anticrisi, accedere a questo incentivo sarà molto più difficile.

L'iter per avere accesso alle detrazioni Irpef e Ires diventa decisamente più complesso. Il decreto prevede che per le spese sostenute dopo il 31 dicembre 2007, i contribuenti debbano inviare all'Agenzia delle entrate, esclusivamente in via telematica, "un'apposita istanza per consentire il monitoraggio della spesa e la verifica del rispetto dei limiti di spesa complessivi".

Il provvedimento stabilisce ancora che l'Agenzia delle entrate esamini le domande secondo l'ordine cronologico di invio e comunica entro 30 giorni l'esito della verifica agli interessati. Decorsi i 30 giorni senza esplicita comunicazione di accoglimento "l'assenso si intende non fornito" e il cittadino non potrà usufruire della detrazione.

Per quanto riguarda invece le spese sostenute nel 2008, in caso di mancato invio della domanda o di diniego da parte dell'Agenzia, l'interessato potrà comunque usufruire di una detrazione dall'imposta lorda pari al 36% delle spese sostenute fino ad un massimo di 48.000 euro da ripartire in 10 rate annuali.

Un cambio di registro rispetto ai buoni risultati ottenuti sino ad oggi duramente criticato dall'opposizione e dalle associazioni ambientaliste. "Lo sconto fiscale del 55% sulle ristrutturazioni edilizie a fini ambientali - denuncia il ministro ombra dell'Economia Pierluigi Bersani - era una tipica norma di sostegno all'economia e all'ambiente secondo priorità universalmente riconosciute dal Protocollo di Kyoto in poi. Anche questo viene vanificato, addirittura con effetti retroattivi. Per stare al concreto, chi ha realizzato l'intervento sulla sua casa nel 2008 potrà rimetterci fino a 15mila euro".

"Lo sgravio fiscale del 55% introdotto dal governo Prodi - ricorda ancora il ministro ombra dell'Ambiente Ermete Realacci - è stato utilizzato da 230 mila famiglie e ha messo in moto un volano di affari superiore ai 3 miliardi di euro permettendo di ripagare lo sgravio fiscale previsto, attraverso l'emersione del sommerso e l'attivazione di una nuova economia".

Dura anche la presa di posizione di Legambiente. "Non si comprende - dice il responsabile energia Edoardo Zanchini - la ragione per la quale si è deciso di cambiare un provvedimento che ha avuto un grande successo e che permetteva alle famiglie di risparmiare sulle bollette elettriche e termiche grazie alla possibilità di installare impianti solari termici, caldaie a condensazione, interventi di efficienza energetica. A meno di voler proprio limitare il ricorso a questo tipo di incentivi". (v. g.)

La notizia.

Sempre più geniale, mentre Gordon Brown taglia l'iva e Sarkozy aumenta i finanziamenti alla ricerca, in Italia si taglia a scuola ed università, si spendono 4 miliardi per regalare Alitalia alla "ggente ggiusta", si fan risparmiare 2,5 miliardi di euro di ici ai ricchi per poter salvare il Vaticano dai risarcimenti chiesti dall'Europa per concorrenza sleale, si pagano 300'000 euro al giorno per perpetrare il furto delle frequenze di Europa7 ad opera di Rete4, si aumenta l'iva per alcuni prodotti e si riducono i finanziamenti ad un' industria che crea profitti, posti di lavoro ed avvicina l'Italia ai parametri europei sull'inquinamento che, quando ovviamente non saranno raggiunti, porteranno a nuove multe.

E andiamo tutti a scacciare la crisi...

Questo il passaggio più meravigliosamente inaspettato.

Il provvedimento stabilisce ancora che l'Agenzia delle entrate esamini le domande secondo l'ordine cronologico di invio e comunica entro 30 giorni l'esito della verifica agli interessati. Decorsi i 30 giorni senza esplicita comunicazione di accoglimento "l'assenso si intende non fornito" e il cittadino non potrà usufruire della detrazione.

E con il "silenzio-dissenso" penso che sia stato toccato il fondo di quel che era scavabile dopo che il fondo era stato toccato, ormai è finita pure la trivella, non c'è manco più da scavare: sarà contento Brunetta di sapere che lo stato incoraggia i fannulloni a non lavorare, così dopo quei 30 giorni che il fannullone si gira i pollici lo stato risparmia pure dei soldi.
Inutile dire che con queste premesse nessuno manderà le proprie richieste, essendo palese che l'obiettivo è bocciarle tutte, e si continuerà a sprecare il gas dell'amico Putin (che, poche storie, è sempre lo Zar) e doverne comprare di più.


...pensano che il protocollo di Kyoto sia un film erotico giapponese...(Caparezza)

Dagli al culattone.

La richiesta è stata presentata dalla Francia. Ma, secondo l'osservatore permanente della Santa Sede, la sua approvazione porterebbe "alla gogna" gli Stati che non riconoscono le unioni gay
No del Vaticano alla proposta Onu di depenalizzazione dell'omosessualità
Monsignor Migliore ribadisce inoltre il no della Chiesa all'ipotesi di introdurre l'aborto tra i diritti umani: "Barbarie moderna che, dal di dentro, ci porta a smantellare le nostre società"



CITTA' DEL VATICANO - Il Vaticano si oppone alla proposta di depenalizzazione universale dell'omosessualità, presentata all'Onu dalla Francia. L'osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, monsignor Celestino Migliore, ha spiegato che l'Onu non deve depenalizzare l'omosessualità perché ciò porterebbe a nuove discriminazioni, in quanto gli Stati che non riconoscono le unioni gay verranno "mesi alla gogna".

"Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone - ha affermato l'arcivescovo - fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale. Il Catechismo della Chiesa cattolica, dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione".

"Ma qui - ha aggiunto Migliore, in riferimento alla proposta che la Francia ha intenzione di presentare all'Onu in favore della depenalizzazione dell'omosessualità nel mondo intero - la questione è un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni".

"Per esempio - ha detto l' arcivescovo all'agenzia cattolica I-Media - gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio" verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni".

Monsignor Migliore si dice anche "indignato e rattristato" dal progetto di introdurre l'aborto tra i diritti umani promosso da alcune associazioni sempre all'Assemblea Generale dell'Onu. L'iniziativa "rappresenta l'introduzione del principio homo homini lupus, l'uomo diventa un lupo per i suoi simili", afferma il presule. "Questa è la barbarie moderna che, dal di dentro, ci porta a smantellare le nostre società".

(1 dicembre 2008)
La notizia.



Geniale, meglio discriminare persone per bene piuttosto che paesi razzisti!


Ci si potrebbe chiedere:
che vuol dire che aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione creerà nuove e implacabili discriminazioni?


Vuol dire che se l'omosessualità viene accettata universalmente come normale condizione umana i paesi che si ostinino a considerarla mostruosità saran considerati incivili ergo:

1-l'Italia andrebbe verso le unioni civili, con perdita di immagine per chi è contrario.

2-il Vaticano sarebbe considerato il paese incivile portatore di inciviltà che è.


E' tutta perdita di immagine, di "potenza" del messaggio. a che serviva menzionare le origini cristiane nella costituzione europea? a niente all'atto pratico, ma simbolicamente, e semanticamente, per il Vaticano era importante.
E così il profilattico, non può cedere la chiesa cattolica, così il testamento biologico, non cambia niente, ma non solo l'infallibilità papale, ma anche la credibilità di tutto quel che dicono a "Roma" subisce pesanti colpi ogni volta che la civiltà li mette spalle al muro.

Se il Vaticano si occupasse solo dei propri fedeli questo non sarebbe un danno, ma sarebbe un tantino ingenuo pensare che di là dal Tevere ci si occupi di anime...

domenica 30 novembre 2008

Scaccia tu che scaccio io

Il magico pacchetto scaccia crisi non prevede, come in Francia o in Germania, e come ci si aspetterebbe, finanziamenti straordinari all'università o abbassamento dell'iva, o del cuneo fiscale, manovre che facilitino i consumi, restituiscano potere d'acquisti a salari e pensioni, favoriscano le assunzioni, l'economia reale, l'imprenditoria e non la rendita finanziaria, no: il nostro pacchetto scaccia crisi prevede la social card che offre pochi soldi (va beh, meglio che niente) a qualcuno (e 7,5 milioni a Mastercard per l'operazione), che magari avrebbe preferito avere un aumento di stipendio, e una piccola norma davvero meravigliosa, e cioè l'innalzamento al 20% dell'iva per la pay tv.

"In una fase di crisi economica i governi lavorano per trovare una soluzione che aumenti la capacità di spesa dei cittadini e sostenga la crescita delle imprese con l'obiettivo di generare sviluppo e nuovi posti di lavoro. Ad esempio, questa settimana, il primo ministro inglese Gordon Brown ha annunciato una riduzione dell'Iva dal 17,5% al 15%. Ieri il governo italiano ha annunciato invece una misura che va nella direzione opposta: il raddoppio dell'Iva sugli abbonamenti alla pay-tv dal 10 al 20%".
Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia.

La notizia.


Ora, niente di male a tassare normalmente le pay tv, ma perché far passare per misura scaccia crisi una cosa che non fa altro che complicare la vita all'unico concorrente credibile dell'azienda regina del presidente del consiglio?

E' più che palese il perché rientri proprio nel pacchetto anti crisi questo provvedimento, e cioè perché in un momento di difficoltà può darsi che anche per quei soli 50 euro all'anno qualcuno decida, più "spaventato" dall'idea del raddoppio dell'iva che dalla spesa reale, di disdire, o non sottoscrivere, un abbonamento all'unico concorrente di Mediaset e all'unico tg che prova a fare informazione, un'informazione che, ad esempio evidenzi che nessuno al mondo contro la crisi si preoccupa di queste cretinate, taglia l'ici ai ricchi e spende 4 miliardi pubblici per regalare Alitalia ai propri amici che la rivenderanno alla stessa Airfrance che l'avrebbe pagata il doppio e in regime di concorrenza ad Aprile.
Anche perché ai conti dello stato questo giochetto porta 200 milioni, che per uno stato sono spiccioli, cifre simili sarebbero recuperabili razionalizzando i costi della politica (Brunetta non è l'unico che per andare a Strasburgo vola Ryanair e prende il rimborso per la business Alitalia); questi 200 milioni non cambiano nulla all'Italia, ma sono troppi perché Murdoch possa accollarseli abbassando gli abbonamenti di quei 4 euro che pareggerebbero i nostri conti...

E' il solito giochetto del faccio una cosa e le do un altro nome, giochetto decisamente irritante, una legge che portasse l'iva al 20% sulle pay-tv era giusta, come era giusto dare anche a me che ho il decoder di SKY il contributo pubblico, come avvenuto per il decoder per il digitale terrestre (tecnologia già morta il giorno della sua adozione in Italia -Gasparri, 2003- quando gli usa l'avevano già abbandonata perché obsoleta), una manovra di questo tipo in questo momento, in cui si prevede una contrazione massiccia della pubblicità in TV pare esclusivamente volta a scacciare la crisi sì, ma da Mediaset, sulla stessa linea delle cause intentate a Youtube.

Pare che qualcuno cominci ad essere nervoso di fronte al crescere delle possibilità informative concorrenti o, per essere precisi alle prime possibilità di informazione che compaiono in questo paese, e cioè Internet e, se pur in piccolo, SKY.


lunedì 24 novembre 2008

Finalmente qualche passo verso la civiltà...

...in Spagna



Spagna: via crocifisso in una scuola
Per prima volta giudice accoglie ricorso associazione laica

(ANSA) - MADRID, 23 NOV - Per la prima volta in Spagna una sentenza di tribunale si e' pronunciata contro la presenza del crocifisso in una scuola pubblica.Il tribunale ha imposto la rimozione. Trent'anni dopo la fine della dittatura franchista, che aveva elevato il cattolicesimo al rango di religione di stato,un giudice del tribunale di Valladolid ha ordinato a una scuola pubblica della città settentrionale di rimuovere i crocifissi affissi alle pareti,malgrado la posizione contraria del consiglio scolastico.

L'agenzia ANSA.


Madrid, 22 nov. (Adnkronos) - Un tribunale amministrativo spagnolo ha ordinato con una sentenza la rimozione del crocifisso da una scuola pubblica di Valladolid. Lo riferiscono i media spagnoli, ricordando che a chiedere la rimozione del simbolo cattolico erano stati nel 2005 alcuni genitori degli studenti dell'istituto Macias Picaeva. Secondo il magistrato che ha emesso la sentenza, l'esposizione di simboli religiosi in un centro educativo violerebbe "i diritti fondamentali" sanciti dalla Costituzione in materia di uguaglianza e libertà di coscienza.

L'agenzia Adnkronos.


Non siamo mai stati e non saremo mai i primi a percorrere qualche passo sulla strada del rispetto e dell'eguaglianza di tutti i cittadini; non lo si può pretendere nel paese del Lodo Alfano, delle leggi "ad personam", di decreti, leggi e indulti atti a tutelare i delinquenti coi soldi, dove si chiamano diritti i privilegi concessi a pochissimi, figuriamoci a tantissimi, ma forse si potrà in un futuro libero dalle cariatidi che oggi comandano e dalle giovani leve che sarebbe meglio si occupassero di leve solo per levarsi dai coglioni (Gelmini, Carfagna), sperare in qualcuno che al grido di "we can change" riesca semplicemente a copiare i paesi civili. Perché purtroppo, vivendo 30 anni indietro rispetto alla civiltà, anche solo copiare in ritardo dagli altri è un grandissimo passo avanti, non c'è neanche bisogno di particolare inventiva, basta copiare.

Per la serie "Costanzo, se ne sentiva il bisogno": Le Grolle 2008

Radio Grolle: ascolti flop. Lo Zoo di 105 contro l’evento


E’ raro vedere programmi tv dedicati al mondo della radio, ma ora che anche Mondadori è entrata in questo business, qualcuno ha pensato bene di creare anche un programma ad hoc per premiare conduttori, conduttrici e non solo.. ed ecco Radio Grolle 2008, come premiare le radio senza passare dal loro pubblico. Sì, perché i premi sono stati assegnati da una giuria presieduta da Maurizio Costanzo con: Alfonso Signorini – Direttore CHI - TV Sorrisi & Canzoni; Mauro Coruzzi, in arte Platinette, conduttore radiofonico (Deejay); Felice Lioy – Presidente di Audioradio; Marco Minelli – Direttore Radio Kiss Kiss; Alessandro Montefusco – Responsabile area Radio Dimensione Suono; Franco Nisi – Radio Italia solo Musica Italiana; Francesco Perilli – Direttore Radio 101; Sergio Valzania - Radio 2; Angelo Baiguini, Direttore RTL 102.5. Una giuria composta da radiofonici (dove mancano rappresentanti però del Gruppo Finelco: Radio 105, Virgin Radio Italia e Rmc) e Alfonso Signorini che appartiene allo stesso Gruppo che è anche proprietario di Radio 101. Contro l’evento hanno detto la loro anche i ragazzi di due dei programmi più ascoltati d’Italia: lo Zoo di 105 con Marco Mazzoli e Tutto Esaurito con Marco Galli. Uno il programma più ascoltato del primo pomeriggio e l’altro il morning show numero uno. Due programmi che invece non hanno ricevuto nessun tipo di riconoscimento durante la manifestazione e, forse non a caso, l’evento è stato seguito da appena 339mila telespettatori, diventando in quella fascia il programma meno seguito della seconda serata, superati addirittura da La7. In gergo, praticamente un flop. Ma i premi a chi sono andati? Un esempio su tutti: migliore voce maschile dell’anno a Massimo Lopez (Radio 101). Peccato che ci siano conduttori storici (e non dell’ultim’ora come l’ex conduttore tv, senza nulla togliergli.. ci mancherebbe) che avrebbero meritato quel premio più di lui. Un cenno positivo invece al premio assegnato a Radio Norba come miglior radio locale: qui vanno i miei sentiti complimenti al direttore Alan Palmieri, un giovane talento che sta dimostrando le sue capacità e facendo crescere questa realtà del sud Italia.. bravo Alan! Un raro esempio di come la passione e la dedizione al mondo radiofonico si trasformano in risultati.


Volevo poi citare un post direttamente dal blog di Marco Mazzoli.

L'anno scorso le grolle non sono andate in onda in una televisione nazionale, ma di notte su un canale sfigato di Sky e i premi venivano decretati dagli ascoltatori che dovevano compilare una tagliando allegato ad un famoso settimanale.
Quest'anno hanno deciso di escludere il popolo e far votare: Costanzo, Platinette, Signorini e altri della tv o concorrenza...vi pare una giuria attendibile???
Tu non puoi premiare un programma o una radio perché piace a te, ma devi attenerti ai gusti del popolo e se il popolo e i dati d'ascolto parlano chiaro...hai già il risultato!!
Quest'anno, quando hanno deciso di mettere in piedi sta buffonata, hanno chiamato anche il proprietario di 105, radio Montecarlo e Virgin e dopo avergli spiegato come venivano premiati i programmi e i personaggi lui gli ha risposto:
"NO GRAZIE, IO NON MI PRESTO A QUESTA BUFFONATA, SE DOVETE PREMIARE I MIGLIORI PROGRAMMI NON POTETE SCEGLIERLI VOI, MA SERVE IL GIUDIZIO DEL PUBBLICO"!!! e ha deciso di rimanere fuori da sta farsa pazzesca!!!

A noi del premio non frega un cazzo, non mi cambia la vita, ne lo stipendio e credo fermamente che a chi ascolta il mio programma non fotta una sega se ho preso una radio grolla o meno, ma sappia giudicare da solo se quello che stanno facendo sia una schifosissima pagliacciata!!!

Signori miei, Massimo Lopez sarà un grande comico, ma secondo voi merita il premio: "Miglior voce"?? Ma non diciamo cazzate...ci sono fior fior di professionisti che meritavano quel premio, voci che hanno fatto la storia della radio e Lopez avrà fatto un po' di tv e 3 ore di radio, ma non merita il premio per la voce, cazzo!!! E come mai mancava tutta Radio Deejay??? Fargetta ha detto che ritirava il premio come produttore discografico e non come elemento di Radio Deejay, sarà forse perchè sua moglie era fra la giuria????!! Evidentemente anche Linus si sarà tirato indietro da questa stronzata di premiazione. Dai cazzo...io avrò insultato Linus un milione di volte in diretta, ma sono il primo a dire che un premio alla carriera era il minimo che potessero dargli, perchè un conto è giocare in diretta e sparare merda su tutti e un conto è la realtà e sembra strano che a lui non abbiano dato nessun tipo di riconoscimento.

Il miglior riconoscimento per il nostro lavoro siete voi. Voi ascoltatori...

la grolla me la faccio a casa, con gli amici, e mi spacco di brutto alla faccia di Costanzo e company!

Credo che lo Zoo non debba dare ulteriori spiegazioni a nessuno, le nostre soddisfazioni le abbiamo ottenute in quasi 10 anni di Zoo, le nostre battaglie le abbiamo vinte e di risultati ne abbiamo ricevuti abbastanza....forse anche troppi per i nostri gusti.

Se per voi Costanzo, dopo aver devastato la televisione, debba mettere mano anche nella radio e affondare anche quella....per me va bene...sono stracazzi vostri se un giorno non sarà più la radio che ascoltavate con piacere.


Io commenti da aggiungere non ne ho, se non l'apprezzamento per chi, come Marco Galli fa radio, e alla grande, da una vita e chi, come Mazzoli e tutto lo zoo, è riuscito a creare e riesce a proteggere un programma completamente diverso da qualunque altro. Tutto Esaurito e lo Zoo sono i due programmi più ascoltati delle rispettive fasce orarie, qualcuno è stupito che Costanzo non lo sappia?

martedì 11 novembre 2008

Striscia Bianca Continua

Sembra la prima volta per lui, la prima volta che vede passare un movimento così numeroso e rumoroso di ragazzi, ma la sua ammirazione tradisce il rimorso di chi ha vissuto fuggendo le controversie, rimandando le decisioni, lasciando ad altri l'onere e l'onore di prendere posizioni. Ha bordeggiato la vita e questa oggi gli chiede il conto e lo fa nel modo più inaspettato. Sapeva che sarebbe successo ma forse non si era mai fermato a pensare come; non si era certo mai aspettato che fosse possibile che un fenomeno quasi estraneo potesse inchiodarlo di fronte ai rimpianti di tante mattinate passate a letto quando avrebbe potuto invece prendere coscienza di sé e imporre con forza sé stesso. Incrocia lo sguardo risoluto di un ragazzino e si rende conto che anche determinare sé stesso come appartente ad una generazione sarebbe stato meglio che costeggiare la vita come la striscia bianca continua costeggia una lingua d'asfalto.

sabato 8 novembre 2008

Meta

Alza il pugno chiuso in un gesto più di spontaneo trasporto che di cosciente simbolismo, sfoggia un'espressione di combattente che non gli è propria ma sembra risoluto nel difendere i suoi ideali, anche se non è chiaro se siano suoi o solo presi in prestito. Forse non saprebbe dirlo neanche lui ma nel frattempo brandisce quel pugno mentre avanza deciso verso una meta meno chiara di quella geograficamente ben nota a tutti, ma meno sfumata che un tempo.
Non da l'impressione di avere piena padronanza della situazione ma marcia richiamato dalla paura che i suoi siano in difficoltà. Marcia col piglio del soldato pronto a lottare per i propri compagni.
Marcia e non è solo, non è solo e non si interessa dell'identità di chi gli sta vicino; non ne ha bisogno, non gli serve sapere chi siano per sapere che hanno bisogno di lui. E così mentre qualcuno gli rinfaccia di combattere con la testa vuota la battaglia di altri, lui combatte, a testa bassa, la propria battaglia per difendere chi combatte per lui.

venerdì 7 novembre 2008

Carinerie e Cretinerie

Venghino signori venghino al prestigioso circo Berlusconi.

"Ho detto a Medvedev che Obama ha tutto per andare d'accordo con lui: è giovane, bello e anche abbronzato". E' quanto afferma Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa al termine del vertice bilaterale italo-russo.
Montano polemiche in Italia, allora berlusconi ne viene fuori da par suo.

Una "carineria" e niente di più, la battuta sull'abbronzatura di Barack Obama. Quindi, rilancia Silvio Berlusconi, da Mosca, replicando alle prime reazioni dall'Italia sulle dichiarazioni in conferenza stampa con Dmitri Medvedev, se "veramente c'è qualcuno che pensa che non sia stata una carineria", peggio per loro. "Se scendono in campo gli imbecilli siamo fregati. Dio ci salvi dagli imbecilli". Il presidente del Consiglio nega con forza la gaffe. E aggiunge: "se hanno anche il torto di non avere sense of humor peggio per loro".
Ma effettivamente c'era da chiarire meglio.

''Perche'? C'e' qualcuno che ha obiettato? Uno puo' sempre prendere la laurea del coglione quando vuole. Se uno vuole prendersi una laurea pubblica, ogni occasione e' buona''. Cosi' il premier Silvio Berlusconi, rientrando in albergo a Mosca, ha risposto ai cronisti che gli chedevano delle critiche piovute dal Pd alle sue parole su Barack Obama. ''Io mi sono veramente rotto e dico tutto quello che penso'', ha aggiunto.
''Quello che so - ha continuato Berlusconi - e' che quando veniamo qui siamo in una sintonia totale con il presidente e con il primo ministro''. ''E in America - ha sottolineato - avete visto come sono stato accolto dal presidente Bush e la stessa cosa avverra' con la nuova amministrazione''. Per questo, ha concluso, ''non posso essere piu' stupito di nulla''.


Poi, in serata, Berlusconi ha sentito il bisogno di recuperare un contegno istituzionale.

L'ultima battuta scherzosa e' rivolta ai cronisti: ''Non fatevi tentare dalle tentazioni della notte di Mosca che sono infinite. Fate i bravi e se invece non fate i bravi, tenete almeno alta... la bandiera dell'Italia''.

Ma nonostante tutto qualcuno non ha ancora capito.


Alle domande incalzanti del giornalista americano Steve Sherer («Presidente si rende conto che il suo commento su Obama è offensivo negli Stati Uniti? Perché non chiede semplicemente scusa?) il presidente del Consiglio ha prima replicato con una certa calma: «Vedo che anche tu ti sei messo nella lista di quelli che ho detto ieri...». Quindi ha aggiunto alzandosi e lasciando la sala: «Ma per favore, per favore chiedi scusa tu all'Italia...non c'è il senso del ridicolo». Berlusconi si è poi allontanato per fare rientro in Italia.

Finalmente è tutto chiaro. Ma il cronista americano si dimostra il classico "rosicone" che non sa perdere.

«Quando Berlusconi dice una cosa, io la riporto, e in questo caso non c’è una questione politica ma semplicemente di cortesia. Bisognerebbe capire che i tempi cambiano: Berlusconi ha 72 anni e non ha ancora capito - ha osservato Scherer - che cosa ha significato l’elezione di Obama negli Stati Uniti». Aver «fatto incazzare» Berlusconi, ha detto ancora il cronista della Bloomberg, «per me è un onore: negli Stati Uniti il giornalismo è critica del potere, o meglio dell’abuso del potere. Il fatto che Berlusconi si sia alterato vuol dire che io, come giornalista, ho fatto il mio lavoro».

Ansa.


Attendendo le scuse dello Sherer vorrei dire la mia.

L'uscita di Berlusconi non è certamente razzista, basterebbe anche solo guardare la sua squadra di calcio per non dubitarne e non è il razzismo che gli è stato rimproverato, ma la capacità di dire sempre la cosa meno opportuna nel momento più sbagliato.

Che sia il kapò all'eurodeputato Schultze, le prese in giro al primo ministro finlandese Tarja Halonen, la mitraglietta mimata alla giornalista troppo indiscreta con Putin, le corna nella foto coi ministri degli esteri, la sparata sulla spagna che ha troppi ministri donna o la proposta di presentare la moglie al primo ministro danese, Berlusconi getta nello sconforto.

Diventa struggente rendersi conto che quelle sparate che si perdonano ad un bambino che faccia notare l' alopecia di un passante o la scarsa forma fisica di un'amica di famiglia oggi noi, adulti o bambini, le si debbano perdonare al capo dello stato.

Berlusconi emerge nel palcoscenico della politica internazionale come un buffo personaggio che ogni volta che c'è da fare una battuta triste offre piene garanzie di successo, interviene con tempi comici che manco al bagaglino e quando gli si fa notare che non si trova al Bar Sport, stizzito parte in quinta al contrattacco in discorsi che tendono spesso a ricordare i soliloqui di un ubriaco che tornando a casa ogni tanto inveisce contro le auto che passano.

Non c'è cattiveria in quello che dice, c'è solo la nostra rassegnazione a raccattare figuracce in giro per il globo. Avete presente quei personaggi che ad appuntamenti come la promozione di un collega si presentano alla cena istituzionale e via di frontini al capo, collini al festeggiato per concludere cantando "quel mazzolin di fiori" coi rutti? Ecco, la sensazione è la stessa.

La sensazione che "yes you can change, but we don't", che non usciremo mai dallo stallo in cui ci troviamo se nel day after di un cambiamento, anche se forse simbolico più che sostanziale, il nostro capo del governo, da noi eletto, non trova niente dimeglio da fare se non una battuta del genere. Giusto per poi, da buon italiano, difenderla come una "carineria" e dare dell'imbecille e del coglione a 5 miliardi di persone che invece che una "carineria" hanno sentito distintamente una "cretineria".

giovedì 30 ottobre 2008

Striscioni contro la nuova porcata (cit.) Gelmini

I nostri, quelli di chi ha ancora qualcosa da dire, anche quando non ci sono parole.































mercoledì 15 ottobre 2008

Senza storia

Accavalla distrattamente le gambe mentre voltandosi di lato lascia intravedere sul tavolo un astuccio rosso ineludibilmente più vezzoso che funzionale.
Non è interessata a quella voce, che appare più lontana di quel che è, che racconta senza passione storie già senza storia. Non è interessata ma prende appunti con la frenesia di chi non possa farne a meno, una frenesia tanto incomprensibile quanto inconciliabile con il distratto e naturale linguaggio del corpo.
Lascia piccoli disegni sul banco; una linea dopo l'altra prende vita un buffo personaggio che ricorda neanche troppo da lontano quei personaggi macrocefali dei cartoni animati giapponesi e indossa una sciarpa uguale a quella della sua creatrice, ma la indossa con un'allegria che a lei non appartiene.
Che proietti su quel buffo alter ego il desiderio di quella spensieratezza cui non riesce ad abbandonarsi? Forse ricorda stessa in un passato che evoca rimpianti; forse rimorsi. Sempre che non sia semplicemente annoiata, come chi scrive di lei senza riuscire a prestare attenzione ad una voce, che appare più lontana di quel che è, che racconta senza passione storie già senza storia.

giovedì 11 settembre 2008

"Chi si prostituisce mi fa orrore"

Dice il Ministro per le pari opportunità Mara Carfagna.

Mi piacerebbe fare un sondaggio sul primo pensiero che abbia avuto chiunque abbia sentito questo discorso.


Un unico appunto: vorrei far notare al Ministro (ovviamente munito di appunti scritti da qualcuno che ne sia in grado) che prima denuncia lo sfruttamento e la schiavitù e poi sostiene che le vittime di tali vessazioni le facciano orrore, già, ma come si permettono ste mignotte di farsi schiavizzare e sfruttare?!Orrore...

martedì 9 settembre 2008

La Cordata


Meno male che Silvio c'è...Già, perché se ci facesse, la cosa sarebbe ancora più grottesca.
La cordata dei salvatori si è finalmente palesata in tutti i suoi ottimi componenti, di vario genere, da pregiudicati a gente in conflitto di interessi, e l'Alitalia sarà salvata.
Alla faccia di quei francesi pidocchiosi che ci volevano scippare la nostra prestigiosa compagnia di bandiera.

Facendo un riassuntino, Airfrance offriva un miliardo e 700 milioni di euro per l'acquisto della compagnia, TUTTA la compagnia, debiti inclusi, prevedeva poco più di 2000 esuberi (2150 il dato confermato dai sindacati), proponeva circa 850 milioni di euro di investimenti, prevalentemente destinati a Malpensa e Fiumicino, la formazione di un grosso gruppo a livello mondiale che potesse offrire un servizio vario ed essere competitivo sia sulle tratte a breve raggio sia sulle tratte a medio e lungo raggio (quelle in cui le low cost si inseriscono con maggiore difficoltà). Io mi ero interrogato sul come Prodi e Padoa Schioppa fossero riusciti a strappare un accordo del genere, io Alitalia l'avrei regalata a chiunque a qualunque condizione e questi erano pure riusciti ad ottenere pochissimi esuberi, 850 milioni di investimenti e pure un miliardo e 700 milioni "cash", a me sembravan due geni, ma invece no, levata di scudi dei sindacati che come al solito in Italia non difendono i LAVORATORI, ma gli IMPIEGATI, che questi poi LAVORINO o no, non gliene frega niente. E chi arriva sul suo bianco destriero a cavalcare le corbellerie dei sindacati? Ma certo che è lui, il nostro ottimo Cavaliere che urla parlando di amicizie con Putin (va beh, che da uno che chiama eroe Mangano ci si può pure aspettare che si vanti di essere amico di un soggetto come Putin) e possibili alleanze con la compagnia russa e poi tirando fuori la magica cordata.

Ooooohhhhh.....

Mentre tutti ancora a bocca aperta aspettiamo la cordata, il governo vara un prestito ponte (leggasi, a fondo perduto) di 300 milioni per 3 mesi, cioè Berlusconi ha deciso che noi invece che incassare 1'700 milioni dobbiamo pagarne 300, ma va bene, perché arriverà la cordata!!!

Ed eccola la cordata, fine Agosto ma eccola, finalmente, ci salverà!!!
Tutti amici di amici, i partecipanti li ha scelti PRIVATAMENTE Berlusconi, tra monopolisti, pregiudicati, palazzinari vari, l'ottimo Tronchetti Provera che ha già dimostrato ottime capacità imprenditoriali con Telecom e parenti di parlamentari di Forza Italia, come Toto.
Ma chi se ne frega, ci salverà, manterremo il tricolore sulla coda degli aerei!!!

Beh voglio ringraziare i nostri benefattori ma mi viene un dubbio: cosa offre questa cordata?Perché sta gente si prende sta porcheria di compagnia?Sono forse stupidi?

Eh no...

Ci pensa il Berlusca: Alitalia si divide in 2 società, in una ci sono soltanto i debiti e un certo Fantozzi, nell'altra, la "good company" ci sono le macchine, i dipendenti, i diritti delle tratte, insomma, la "good company" è una compagnia di volo, la "bad company" è un pozzo di debiti.
A questo punto c'è da risolvere un'altra questione: AirOne è una compagnia con 450 milioni di debiti, come si salva Carlo Toto, zio di Daniele, parlamentare di Forza Italia?
LA FUSIONE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Alla faccia di Luca, Paolo, De Marinis e la Digitex.

AirOne si fonde con Alitalia, i debiti della prima finiscono insieme ai debiti dell'altra nella pattumiera che deve gestire Fantozzi.
E come ci rientra Carlo Toto in gioco?In quota nella nuova Alitalia. Ottimo.

Ma io penso Va bene, arriverà un'ottima offerta per la parte sana, no? No, regalata...
Va bene, ma la nuova compagnia, la "good company" non licenzierà tutti quei 2150 dipendenti? No, ne licenzierà tra i 6'000 e i 7'000, il triplo...

Ma almeno sarà un vettore concorrenziale? No, prenderà in monopolio le tratte Milano-Roma, e lavorerà sul medio corto raggio, quello in cui la concorrenza seria, per noi cittadini, la fanno le low cost.

Ma quindi tirando le somme: Airfrance offre 1'700 milioni, la cordata 0, Airfrance si accolla i 600 milioni di debito attuali di Alitalia, la cordata no, e non solo, aggiunge 450 milioni di debiti di AirOne. Con Airfrance 1'700 milioni di incasso, 600 di risparmio, la magica cordata non porta niente e non paga debiti, ma anzi aggiunge i 450 milioni di AirOne, il bilancio per il paese è un buon -2'750 milioni.

Il bilancio posti di lavoro è invece un bel -4'000, conti facili, Airfrance taglia 2'000, la cordata taglia almeno 6'000. Ovviamente cassa integrazione e ammortizzatori vari chi li paga? Noi...

Meno male che Silvio c'è, però c'è solo quando a prenderlo nel culo siamo noi, quando rischia di prenderlo nel culo lui non c'è per niente, quindi forse Silvio non c'è, ci fa!

L'unica cordata che aiuterebbe l'Italia seriamente sarebbe quella che il Cavaliere potrebbe annodare al proprio lampadario...

sabato 2 agosto 2008

Stasera

Cammina baldanzoso per la via principale e fa più tristezza di un tronista da Maria. Porta abbastanza bene i suoi anni, probabilmente 60, nonostante il pancione. Veste costoso, non bene, costoso. Qualcuno, probabilmente una moglie ansiosa di giustificare lo shopping da Tiffany, ha scelto per lui quel completo grigio; impossibile immaginare che lei abbia scelto così frettolosamente anche i gioielli per .
Ride, fa strani gesti con le braccia come a voler indicare qualcosa di ancora più grande di , accanto a lui un giovane dall'aspetto esotico, forse mediorientale.
Quell'uomo gesticola per insicurezza?O forse è talmente sicuro di da permettersi di fare tutto il casino che vuole?Quell'uomo è sicuro, vanta la tipica sicurezza di chi sa che tutto ha effettivamente un prezzo e lui può permetterselo.
E' indecifrabile: tutto quel ridere, quella gioia, non sono figli della bella giornata: un affare importante? Non sembra uno che ne abbia bisogno. Un successo del figlio? Non sembra uno che se ne faccia coinvolgere così tanto. Stamani s'è scopato la segretaria 20enne, una di quelle ragazze che vestono con pochi soldi e, voglion far sembrare, poca attenzione, ma si concedono un piccolo vezzo che sembra lì per caso ed invece è maliziosamente studiato perché fa risaltare qualcosa, può essere un fermaglio colorato, una cintura particolare, un cappellino fatto a maglia ma che inspiegabilmente valorizza il suo volto più dell'ultima creazione dello stilista di grido. Probabilmente una che si vanta di non badare ai soldi e vuole che si veda anche dall'abbigliamento, ma poi, al dunque, il ciccione maturo miliardario diventa il miliardario simpatico e partono quei 6 milioni di giustifcazioni alle amiche e a stessa che altro non sono che la non accettazione del fatto che quel "mignotta" che aveva sempre usato come insulto forse tanto insulto non le sembra più e tanto male non le calza.

Come si è formata quella strana coppia, il ricco caciarone e il ragazzotto esotico che più che evidentemente ne subisce stato sociale più che il carisma? Non è qui che si vedono nuovi rampanti Lele Mora nell'atto di sedurre il baldo tronista di turno. Quel ragazzo è troppo curato per essere un manovale sfruttato, anche se il boss potrebbe sembrare uno di quegli amiconi che non discrimina mai, per razza, sesso, religione o stato sociale. Ma no, non è questo il caso. Calcio.
Ecco chi è quel signore rumoroso. Il classico procuratore, o presidente, o non meglio precisato intrallazzone che attorno al calcio muove la sua fortuna; uno che l'ultimo congiuntivo l'ha azzeccato alla cresima perché gliel'hanno scritto, uno che non sa nulla di nulla, ma ha tutto di tutto e ostenta di tutto di più.
Parla a macchinetta, non si ferma mai, prende fiato ogni 200 parole circa, e spesso con domande a cui risponde da solo, "Ai visto l'ultima in casa?"; già, perché quello è uno che non mette l' "H" neanche quando parla.
Fa tenerezza quest'uomo, un vincente nella società odierna; vive felice, non c'è dubbio, ha quel che vuole e soprattutto ha quel che vuol far vedere di avere, ha, ha, ma cos'è? Non è un cazzo e mentre mi scopro curioso di sapere se mai prima di morire si chiederà, in mezzo a ciò che ha, cosa sia, mi viene fuori una domanda ancor più "urgente", cui non so rispondere: "Ma ndo' vai?"
E mi rendo conto che a giudicare dai 3 secondi di silenzio alle mie spalle non l'ho soltanto pensata.
Stasera forse qualcuno penserà cos'è, dove va, o almeno dove andava quando ha distrattamente sentito quella domanda.

venerdì 1 agosto 2008

Batman. Il Cavaliere Oscuro

Christopher Nolan torna a proporre un Batman nuovo rispetto al passato. Questa volta da il meglio di creando un Joker assolutamente perfetto per la propria interpretazione dell' Uomo Pipistrello pur mancando sotto aspetti fondamentali.

La recensione.

giovedì 24 luglio 2008

Funny Games

Funny Games, un film promosso come un Arancia Meccanica del 2008, sarà un ottimo candidato ai Razzies (gli Oscar "al contrario"), per la categoria peggior film.

Un film dal ritmo lento che promette accelerazioni che non offre mai; che manifesta delle buone scelte di regia, molto originali, ma si barcamena su un canovaccio senza senso e senza valore con dei dialoghi che son più sproloqui senza senso.
E' più che evidente che sia in fase di sceneggiatura che di regia si è cercato sempre e comunque la soluzione meno normale, il "colpo di teatro", e il colpo non è mai partito per quanto riguarda la sceneggiatura, e non sempre per la regia.
L'inizio pareva interessante, dopo il palesarsi della vera realtà delle cose il film diventa un'accozzaglia di scelte senza alcun senso, che neanche riescono a determinare il film, essendo esso stesso privo di qualsivoglia senso.
Non esiste alcuna introspezione psicologica, si cerca continuamente la scelta non convenzionale ma non lo si fa quando sarebbe veramente interessante, e così anche in questo film ci sono i soliti comportamenti idioti che nessun essere senziente farebbe propri che mettono a repentaglio l'incolumità dei protagonisti. E così la sceneggiatura sconclusionata si fregia di dialoghi idioti e produce un risultato di quelli che non ti fanno sorprendere se della gente davanti a te, al cinema, si alza e se ne va.
Per fare un film sadico non c'è bisogno di cadere nello splatter, giusto, non c'è bisogno di Hostel, si può fare una cosa diversa, bellissime in proposito alcune scelte di regia, ma qui il sadismo non c'è, il film non decolla mai.
Un film assolutamente sconsigliato, belle alcune scelte di regia, ma l'idiozia, non la follia, non la disperazione, proprio l'idiozia, di molte scelte, di quasi tutti i dialoghi e dei comportamenti dei componenti della famiglia provocano una frustrazione che difficilmente permetterà di restare seduti fino alla fine del film.


Qui la recensione completa di spoiler.

venerdì 18 luglio 2008

A.C. Milan, la squadra matemagica.

L'anno scorso il sito ufficiale dell' A.C. Milan citava:

ACCELERAZIONE: 25.000!
27/06/2007 10.14.00
La fase di prelazione della Campagna Abbonamenti si era fermata a 21.344 ed era già un dato importante. Ieri, primo giorno di vendita libera, si sono abbonati altri 5.119 tifosi Campioni d'Europa

"E andiamo, sono un grande!!!"


MILANO - La campagna abbonamenti ha chiuso la sua fase di prelazione all'insegna del successo e con lo stesso passo ha vissuto la prima giornata di vendita libera. Significa che gli abbonati alle partite casalinghe del Milan in campionato per la stagione 2007-2008, promettono di essere tanti, ma davvero tanti.

L'attuale campagna abbonamenti era già andata molto fino al 26 giugno, ma l'ultieriore impennata di oggi l'ha fatta volare verso l'alto sia se la si confronta con la scorsa estate, sia con quella di due anni fa. Ben 25463 Milanisti si sono abbonati ad oggi per il prossimo torneo. Un anno fa, stesso periodo, erano 9623 e due anni fa 20213. Numeri a loro volta importanti, perchè in piena bufera di Moggiopoli confermare il proprio abbonamento un anno fa era un atto di fede nei confronti delle buone ragioni rossonere, mentre lo stesso dato dell'estate 2005 era importante perchè furono proprio la società (con l'acquisto di Alberto Gilardino) e i tifosi (abbonamenti sottoscritti uno dopo l'altro) a dare i primissimi segni di riscossa estivi dopo la Finale di Istanbul.

Oggi, con la squadra campione d'Europa, i numeri sono molto alti e promettono di continuare ad esserlo, anche perchè il Milan farà di tutto per realizzare quel colpo di mercato in attacco che tutti i tifosi sognano. L'abbonamento è comunque importante a prescindere. E' il ringraziamento ad una squadra che raccoglie consensi unanimi per la sua impresa europea (in questi giorni il ct Dunga ha detto: "Contro il Manchester a San Siro il Milan ha rasentato la perfezione, il mio Brasile lo sogno come quel Milan"), è la conferma dell'attaccamento ai colori del club Campione d'Europa ed è anche, non dimentichiamolo, una bella opportunità. Tutti i rossoneri ricordano la scelta fatta da Adriano Gallliani e dal Milan prima della Finale di Atene: per l'assegnazione dei biglietti priorità per gli abbonati di lunga data al campionato.

Il giorno dell'acquisto Ronaldinho, invece:

"Che brutta piega quest'anno, inventiamoci qualcosa..."

EFFETTO DINHO: OGGI OLTRE 5.000 ABBONAMENTI
16/07/2008
MILANO - Effetto Ronaldinho sulla campagna abbonamenti 2008-2009 del Milan: nella giornata odierna, la prima riservata alla vendita libera, i tifosi rossoneri hanno sottoscritto ben 5.230 abbonamenti. Il dato complessivo (aggiornato alle 18.00 di oggi), prevendita compresa, è di 18.518 tessere per un incasso di 6.745.594 euro. Superata, per la prima volta da quando è iniziata la nuova campagna abbonamenti, la soglia dell'anno scorso allo stesso punto dell'estate, quando gli abbonati erano 18.462 per un incasso di 6.488.930 euro.


E' incredibile, la premiata banda dei berluscones non conosce limite al peggio. Si salva solo perchè esistono migliaia di tifosi che si lasciano prendere per il culo da Berlusconi e Galliani che fanno il gioco delle 3 carte a carte scoperte, e li fanno pure vincere. Complimenti agli abbonati pecorizzati due volte, con dati fasulli e con una campagna acquisti tra le meno mirate della storia della mira!

"Cazzo, sgamati..."

martedì 15 luglio 2008

Gli interessi in comune

Oggi voglio consigliare il libro di un amico che mi è molto piaciuto e che consiglio a tutti i lettori di questo blog.



Un gruppo di ragazzi che non è neanche un gruppo. Iacopo, Sandrone, il Mella, il Paride, il Dimpe e il Malpa sono ragazzi che si barcamenano nella provincia toscana durante 10 anni di infinita adolescenza.
Vanni racconta lo scorrere senza meta di quello che è un gruppo senza "interessi in comune" se non quello della sperimentazione di tutti gli stati mentali indotti che qualunque droga, sintetica o meno, possa indurre, ma "l'eroina no", perché i ragazzi hanno un cervello, un'etica, una coscienza collettivi, non comuni, che vanno vissuti per essere compresi, ma sono sempre ben presenti nelle proprie scelte.

E così si delinea la vita di un "gruppo di estranei", ognuno con i propri interessi e le proprie vite, che si intersecano per un solo interesse in comune.


Nel suo primo romanzo Vanni Santoni propone lo stesso stile crudo e brutale dei Personaggi Precari e riesce a far vivere un'adolescenza di provincia, delle province Aretina e Fiorentina, che non sarebbe altrettanto coinvolgente se raccontata in altro modo.
Santoni ha scritto quindi, secondo il sottoscritto, un bellissimo romanzo generazionale. Non hanno senso i paragoni in letteratura, di certo però non voglio rischiare che per "generazionale" si intenda qualcosa che sia in qualche modo riconducibile al Moccia, al Moccismo o al Moccionismo.

A livello personale riconosco a Vanni un certo debito verso Salingher, sul gusto personale non temo critiche o smentite e mi sento di consigliare questo libro che non ha avuto su di me un effetto molto diverso da "il giovane Holden".

Potete acquistarlo qui.

Rimando alle recensioni sul libro:

Questa.

E questa.


Le recensioni per voi.

mercoledì 2 luglio 2008

L'infinito caso Emanuela Orlandi.


Ventitre anni fa avveniva un fatto di cronaca che, in breve tempo, si rivelò come uno dei misteri più complicati e contradditori della storia del nostro paese, ancora oggi insoluto.



Proviamo a mettere in ordine le cose.



Era il 22 Giugno del 1983 quando, nel centro di Roma, scompariva nel nulla la giovanissima Emanuela Orlandi, all’epoca appena quindicenne, uscita di casa e mai più ritornata.

Emanuela Orlandi frequentava una scuola di musica in Piazza S.Apollinare a Roma. Il giorno della scomparsa, nel tragitto che dal Vaticano la portava alla scuola, incontrò uno sconosciuto, alla guida di una BMW verde, che le offrì un lavoro di volantinaggio per la Avon (azienda di cosmetici), da svolgere durante una sfilata di moda e pagato esageratamente (circa 375.000 lire). Emanuela rispose che prima di accettare avrebbe dovuto chiedere il permesso ai genitori. Verso le ore 19:00, dopo essere uscita in anticipo dalla lezione, telefonò a casa per riferire la proposta che le era stata fatta e la sorella le disse di parlarne con la madre. Questo fu l'ultimo contatto che ebbe con la famiglia.
Dopo la telefonata, si confidò con un'amica e compagna della scuola di musica, Raffaella Monzi , che la accompagnò alla fermata dell'autobus, lasciandola alle 19:30. Poco dopo, Emanuela fu vista conversare con una ragazza sconosciuta e mai in seguito identificata. Più tardi, un vigile urbano in servizio davanti al Senato la vide parlare con un uomo a bordo di una BMW nera, altri testimoni la videro salire sull'auto.


Si susseguono le telefonate, e si apre una pista importante: a casa Orlandi arriva la telefonata di un uomo, tale Pierluigi, che parla un italiano senza inflessioni dialettali e dice di essere stato spinto a chiamare dalla propria fidanzata che avrebbe incontrato, a Campo dei Fiori , due ragazze. Una di queste, che si era presentata come Barbara, vendeva cosmetici ed aveva con sé un flauto. Un amico le aveva consigliato di suonare in pubblico ma "Barbara" si era rifiutata. Per farlo, infatti, avrebbe dovuto indossare gli occhiali, di cui però si vergognava.

Tre ore più tardi, in una seconda telefonata, "Pierluigi" aggiunge un altro particolare significativo: gli occhiali della ragazza sono "a goccia, per correggere l'astigmatismo".

Per la famiglia, si apre uno spiraglio di speranza: era vero, infatti, che Emanuela era astigmatica, era vero che provava imbarazzo per gli occhiali ed era altrettanto vero che suonava il flauto.

Il giorno successivo, una nuova telefonata. "Pierluigi" afferma di avere 16 anni e di trovarsi in un ristorante di una località marina, insieme ai propri genitori, ed aggiunge che "Barbara" avrebbe dovuto suonare al matrimonio della sorella, ma non fornisce elementi per rintracciare la ragazza e rifiuta un appuntamento in Vaticano che lo zio di Emanuela gli chiede. Il 28 giugno, altra telefonata, altra persona. Mario, che dichiara di avere 35 anni e ha un forte accento romano, sostiene di aver visto un uomo con due ragazze, che vendevano cosmetici. Una delle due dice di chiamarsi Barbara e di essere di Venezia.

Potrebbe essere Emanuela? Pierluigi e Mario si conoscono? Potrebbero far parte della stessa organizzazione? I dubbi si affollano nella mente dei genitori fino a quando arriva una seconda telefonata di "Mario", il quale afferma che "Barbara" gli avrebbe raccontato di essersi allontanata volontariamente da casa, cosa impossibile secondo la famiglia.

I due telefonisti perdono quindi credibilità agli occhi dei genitori. Pare si possa escludere che si sia trattato di comuni rapitori, i quali, se avessero puntato al riscatto, avrebbero avuto tutto l'interesse a dimostrare di avere in mano l'ostaggio.

Alfredo Sambuco, il vigile urbano che prestava servizio davanti al Senato in corso Rinascimento a Roma il 22 giugno 1983, giorno della scomparsa di Emanuela Orlandi, ha sostenuto di aver scambiato qualche parola con la ragazza, che gli aveva chiesto dove fosse la sala Borromini, e con l'uomo che era con lei e che si presume coinvolto nel suo rapimento. L'uomo, che aveva una BMW di colore scuro metallizzato, gli aveva chiesto se poteva lasciare lì la sua auto. Il vigile ricorda che l'uomo era intorno ai trentacinque anni, alto all'incirca m. 1,70 e longilineo. Sulla base della sua descrizione i Carabinieri hanno preparato un identikit dell'uomo, che sembra non sia mai stato diffuso. Secondo il racconto di Sambuco, quando gli inquirenti lo hanno esaminato, avrebbero detto che assomigliava molto a una persona che loro conoscevano, ma che non poteva essere in Italia.

Questo identikit è stato mostrato da "Chi l’ha visto?" e messo a confronto con una fotografia di Enrico De Pedis. Sovrapponendo le due immagini, i tratti somatici, la fronte, gli occhi, il naso, la bocca, le rispettive forme e proporzioni sembrerebbero corrispondere.

All'epoca dei fatti, ossia nel giugno del 1983, Enrico De Pedis detto "Renatino" era ricercato e, in quanto latitante, per le forze dell'ordine avrebbe anche potuto trovarsi all'estero. L'anno seguente egli venne arrestato, ma, nonostante la somiglianza con l'identikit, non è mai stato messo a confronto con il vigile urbano. Secondo Nicolò D'angelo, uno dei protagonisti dell'indagine che ha portato ai grandi arresti della Banda della Magliana, "non c'è nessuna prova processuale che la Banda della Magliana sia coinvolta nel sequestro della Orlandi". Ma resta il grande mistero della sepoltura di De Pedis in una basilica del Vaticano.

E’ a questo punto che cominciano ad entrare in gioco poco chiari collegamenti con lo IOR, la Banda della Magliana e i numerosi intrecci politici della vita di Giovanni Paolo II, che tra tutti i soprannomi che ha visto attribuirsi ha sempre evito quello di “Papa politico” che forse gli si addiceva maggiormente.

I collegamenti con le vicende del Papa polacco sono i primi ad emergere.



Emanuela Orlandi e il Papa politico.

Domenica 3 luglio 1983 il Papa, durante l'Angelus, rivolse un appello ai responsabili della scomparsa di Emanuela Orlandi, ufficializzando per la prima volta l'ipotesi del sequestro.

Il 5 luglio, un uomo che è stato denominato "l'Americano", fece ascoltare al telefono una registrazione della voce di Emanuela Orlandi. Poche ore prima, in una telefonata al Vaticano, la stessa persona suggerì uno scambio tra Emanuela Orlandi e Alì Agca, l'uomo che aveva sparato al Papa. L'interlocutore anonimo citò anche i sedicenti Mario e Pierluigi delle prime telefonate, definendoli 'elementi dell'organizzazione'.

Un'ora dopo, l'uomo chiama a casa Orlandi, e fa ascoltare ai genitori un nastro con una voce di ragazza, che potrebbe essere Emanuela. Ma la registrazione potrebbe essere stata precedente alla scomparsa della ragazza.

Il 6 luglio un uomo con voce giovanile e senza inflessioni dialettali informò l'agenzia Ansa della richiesta di scambio Orlandi-Agca, chiedendo l'intervento del Papa, dando una scadenza di 20 giorni e indicando un cestino di Piazza del Parlamento, dove era stata lasciata la presunta prova che Emanuela Orlandi era davvero in mano loro. Si trattava di fotocopie della tessera della scuola di musica, di una ricevuta di pagamento e di una frase manoscritta della ragazza rapita.

Sulla base dei suoi immediati interrogatori di Alì Agca, il primo magistrato che si è occupato del caso Orlandi, il Procuratore della Repubblica di Frosinone Margherita Gerundi, non ha mai creduto a un collegamento tra il rapimento Orlandi e l'attentatore del Papa. Secondo la dr.ssa Gerundi, Emanuela Orlandi probabilmente fu rapita e uccisa subito dopo un atto di violenza sessuale.

Si intuì quindi che la scomparsa di Manuela poteva costituire un messaggio-ricatto per il Papa e quindi si cominciò ad investigare sulle probabili connessioni con Alì Agca, prima cercando nel sottobosco dei servizi segreti turchi, poi scoprendo una pista bulgara che non portò a nulla ed infine tornando di nuovo sui turchi ed identificando il gruppo estremista Turkesh al quale Agca pare appartenesse.

In seguito si scoprì che il gruppo Turkesh in realtà era un depistaggio, forse creato dallo stesso Sisde, visto che ai servizi italiani fu chiaro da subito che nella partita c’erano davvero tutti: membri del Vaticano, il Kgb e la Cia ed in seguito persino i servizi segreti francesi e tedeschi .
Non è ancora affatto chiaro, per i casi di depistaggio, se si trattasse di azioni da parte di settori deviati oppure operazioni segrete avvallate dai rispettivi governi.
Secondo alcuni investigatori la pista turca fu un’invenzione della stessa Cia per coprire una serie di operazioni internazionali e in concorso tra vari paesi.

Altre persone invece, come il Presidente della Corte di Assise Severino Santiapichi o il PM Antonio Marini, erano convinte che il caso di Emanuela Orlandi fosse in realtà tutta una speculazione ed abbia fatto da cassa di risonanza ad una serie di interessi internazionali, ciascuno dei quali abbia usato Manuela per lanciare un messaggio a qualcun altro.

Nelle indagini da parte del Sisde, a riguardo di Agca e di chi c’era dietro di lui, i servizi segreti italiani scoprirono di essere soli ed osteggiati. Il Vaticano ed i servizi segreti francesi non aiutarono le indagini, anzi, questi ultimi si opposero addirittura ad esse impedendo la cattura di Oral Celik, amico fraterno di Agca, che sembrava potesse sapere dove era tenuta prigioniera Emanuela.

Nelle indagini di allora entrarono a far parte anche i servizi segreti tedeschi che a Parigi erano disposti ad offrire ben 150 mila marchi ad un informatore francese se li avesse messi sulle tracce di Celik, ma anche loro fallirono. Questo Celik, con il senno di poi, appare come un personaggio protetto dai servizi segreti francesi. Perché?

A questo non è stata data ancora risposta ma una cosa strana emersa con gli anni è che gli stessi servizi francesi tentarono di avvisare il Papa nel 1981 sia dell’attentato sia, in seguito, del rapimento.
Il capo dell’Intelligence francese De Marenches ha dichiarato che nel 1980 mandò un abate dell’ordine dei Premonstratensi di San Pietro a parlare con alcuni esponenti del vertice vaticano ed avvertire il Papa del pericolo di un attentato. Il messaggio non arrivò mai a Wojtyla, anzi l’establishment della Santa Sede negò ogni incontro.
Chi fece questo e perché? Il Papa era isolato in Vaticano? Altri misteri senza risposta (almeno per l’opinione pubblica) visto che, ufficialmente, le indagini non sono mai riuscite ad approdare a niente.

Sembrerebbe troppo ampio il respiro della vicenda, ed è forse per questo che entra in campo l’ Americano.

Emanuela Orlandi e lo IOR.

Mentre l'Americano, così chiamato per il suo strano e artefatto accento, continuava a chiamare, l'8 luglio 1983 un uomo con inflessione mediorientale telefonò a Laura Casagrande, una compagna di classe di Emanuela Orlandi dicendo che la ragazza era nelle loro mani, che avevano 20 giorni di tempo per fare lo scambio con Alì Agca, e chiedendo una linea telefonica diretta con Agostino Casaroli, Segretario di Stato del Vaticano. La linea fu installata il 18 luglio. Le telefonate dell'Americano continuarono, alternandosi alle indirette risposte pubbliche del Papa, ben sette, e all'atteggiamento ambiguo di Alì Agca, ormai condannato definitivamente, che pubblicamente si dissociava da quella che lui stesso definì un'azione criminosa, dichiarandosi a favore del Vaticano.

Il 4 luglio 2005 uno spettatore, un giornalista che stava scrivendo un libro sul caso di Roberto Calvi, ha chiamato durante la trasmissione “Chi l’ha visto” riferendo che, durante un intervista, il figlio del banchiere ucciso in circostanze misteriose avrebbe dichiarato che il rapimento della Orlandi sarebbe strettamente connesso alla vicenda del padre. Secondo lui sarebbe stato un tentativo di fare pressioni sul Vaticano affinché nessuno facesse rivelazioni su vicende che avrebbero visto coinvolto il Vaticano con il Banco Ambrosiano.


Secondo alcuni giornali e pubblicazioni, l'identikit dell'Americano, stilato dall'allora vicecapo del SISDE Vincenzo Parisi in una nota rimasta riservata fino al 1995, corrisponderebbe a monsignor Paul Marcinkus, che all'epoca era presidente dello IOR, la "banca" vaticana: gli specialisti del SISDE, analizzando i messaggi e le telefonate pervenute alla famiglia, per un totale di 34 comunicazioni, ne ritennero affidabili e legati a chi aveva effettuato il sequestro 16, che riguardavano una persona con una conoscenza approfondita della lingua latina, migliore di quella italiana (che probabilmente era stata appresa successivamente al latino), probabilmente di cultura anglosassone e con un elevato livello culturale e una conoscenza del mondo ecclesiastico e del Vaticano, oltre alla conoscenza approfondita di diverse zone di Roma (dove probabilmente aveva abitato).


Le vicende di Marcinkus, Calvi, Sindona, lo IOR, ipotetici o meno legami con regimi dittatoriali sudamericani o organizzazioni politiche dell’est son già talmente complessi che preferisco lasciare ora il legame alla coscienza di chi già abbia delle idee sulla questione, passando a valutare il legame con la Banda della Magliana.


Emanuela Orlandi e la Banda della Magliana.

Nel luglio del 2005 , alla redazione del programma "Chi l'ha visto?", in onda su Rai Tre, arriva una telefonata anonima in cui si dice che per risolvere il caso di Emanuela Orlandi è necessario andare a vedere chi è sepolto nella basilica di S.Apollinare .

Dopo questa segnalazione "Chi l’ha visto?" ha scoperto importanti documenti riservati.

Nel centro di Roma, nei pressi di piazza Navona, si trova la basilica di Sant'Apollinare. Nella cripta, dove riposano le spoglie di Papi, cardinali e martiri cristiani, effettivamente c'è la tomba di Enrico De Pedis, detto Renatino, uno dei capi più potenti della Banda della Magliana, assassinato il 2 febbraio 1990. Il 6 marzo seguente il rettore della basilica, mons. Piero Vergari, ne ha attestato con una lettera lo status di grande benefattore: "Si attesta che il signor Enrico De Pedis nato in Roma - Trastevere il 15/05/1954 e deceduto in Roma il 2/2/1990, è stato un grande benefattore dei poveri che frequentano la basilica ed ha aiutato concretamente a tante iniziative di bene che sono state patrocinate in questi ultimi tempi, sia di carattere religioso che sociale. Ha dato particolari contributi per aiutare i giovani, interessandosi in particolare per la loro formazione cristiana e umana".

Quattro giorni dopo l'allora Vicario generale della diocesi di Roma e presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), il cardinale Ugo Poletti, ha rilasciato il nulla osta alla sepoltura di De Pedis all'interno di sant'Apollinare. Il 24 aprile dello stesso anno la salma di De Pedis è stata tumulata e le chiavi del cancello sono state consegnate alla vedova.

Nel 1995 il magistrato responsabile delle indagini sulla Banda della Magliana, dr. Andrea De Gasperis, venuto a conoscenza di voci sul fatto, aveva incaricato la Direzione Investigativa Antimafia di verificare. Nell'estate del 1997 la notizia era apparsa sulle pagine del quotidiano romano "Il Messaggero", suscitando la protesta dei sindacati di Polizia e una interrogazione parlamentare del gruppo della Lega Nord. Nè il Vaticano nè l'Opus Dei, che nel 1992 aveva acquisito la struttura della basilica, avevano accettato di risponderne alla magistratura e tutto era caduto nel dimenticatoio.

Il il 20 febbraio 2006 , un pentito della Banda, Antonio Mancini, sostiene, di fronte alle telecamere di "Chi l'ha visto?", di aver riconosciuto nella voce di Mario quella di un killer al servizio di De Pedis, tale "Rufetto". Le indagini condotte dalla Procura della Repubblica però, non hanno confermato quanto dichiarato da Mancini. Recentemente a tal proposito è giunta alla redazione del già citato programma di Rai Tre una cartolina raffigurante una località meridionale che presentava il seguente testo : "Lasciate stare Renatino".


Ma il Mancini, considerato testimone attendibile, e uno dei fondatori della banda, rincara la dose:

"Quale era il rapporto col Vaticano? De Pedis stoppò tutti gli attacchi al Vaticano; aveva un rapporto basato sul danaro. Posso citare 4 episodi: Rosone, le foto del papa, Calvi e il caso Orlandi."


Vediamo di capire a cosa si riferisce.



Rosone era il vicepresidente del Banco Ambrosiano: sfuggì ad un attentato, ad opera di Danilo Abbruciati, un altro boss della banda, il quale morì sotto i colpi della guardia giurata della banca.

L'episodio delle foto del papa è misterioso e riguarda delle foto (intime?) scattate al papa ai bordi di una piscina.

Del rapimento Orlandi, Mancini ha detto che è stata opera della banda della Magliana. Anzi "è strano che Abbatino, che pure sa, non ha mai detto nulla".



E giungiamo agli ultimi sviluppi.



Emanuela Orlandi e il caso riaperto.


Il 23 giugno del 2008, esattamente un giorno dopo il venticinquesimo anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi, la stampa italiana ha riportato le dichiarazioni agli organi giudiziari di Sabrina Minardi, ex-moglie del calciatore della Società Sportiva Lazio Bruno Giordano, che tra la primavera del 1982 ed il novembre del 1984 ebbe una relazione con Enrico De Pedis. Secondo quanto detto dalla Minardi, Emanuela Orlandi sarebbe stata uccisa ed il suo corpo, rinchiuso dentro un sacco, sarebbe stato gettato in una betoniera a Torvaianica. Sempre stando a quanto riferito da Sabrina Minardi, il rapimento di Emanuela Orlandi sarebbe stato effettuato materialmente da Enrico De Pedis, su ordine del monsignor Paul Marcinkus. La ragazza avrebbe trascorso la sua prigionia in un'abitazione, vicino a Piazza San Giovanni di Dio, che aveva "un sotterraneo immenso che arrivava quasi fino all'Ospedale San Camillo". Di lei si sarebbe occupata la governante della signora Daniela Mobili; secondo la Minardi, la Mobili, sposata con Vittorio Sciattella, era vicina a Danilo Abbruciati, altro esponente di spicco della Banda della Magliana. Le dichiarazioni della Minardi, benché siano state riconosciute dagli inquirenti come confuse e parzialmente incoerenti, sono risultate abbastanza circostanziate da portare ad un supplemento di indagini sul caso.



L’articolo di repubblica.it



In occasione dei 25 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi i familiari hanno fatto affiggere nella capitale e nelle regioni dove è presente l' associazione Penelope un manifesto identico a quello apparso sui muri di Roma nel 1983 e che è diventato una icona del caso. Questa volta è stato affisso accanto ad un altro, preparato con la stessa grafica, con la foto e i dati di Mirella Gregori, la cui scomparsa è stata spesso associata a quella della Orlandi in questi anni. In questo modo si è voluto ricordare a tutti anche l'attesa dei familiari delle tante persone scomparse i cui casi non hanno avuto la stessa visibilità di quelli delle due ragazze romane.

Per la prima volta Maria Orlandi, la madre di Emanuela, ha rilasciato un'intervista nella quale ha ricordato alcuni episodi della vicenda. Come quando, qualche giorno prima della scomparsa, Emanuela era quasi arrivata a casa di ritorno dal mare e stava camminando con delle amiche: un'auto l'aveva affiancata e un uomo ne era sceso, afferrandola per un braccio e dicendo: “E' questa”. La signora ha ricordato anche la rabbia del marito Ercole, venuto a mancare nel 2004, quando aveva appreso della protezione assicurata ad altre cittadine vaticane che avevano avuto la sensazione di essere pedinate in quel periodo. La figlia di Angelo Gugel, l'aiutante di camera di Giovanni Paolo II, la moglie e la figlia del capo della sorveglianza pontificia, Camillo Cibin, erano state avvertite e avevano potuto cambiare abitudini. Secondo Maria Orlandi il Vaticano sarebbe stato informato dai servizi segreti francesi dell'esistenza di un progetto di rapimento di una sua cittadina. Ma la famiglia Orlandi non era stata avvisata.

Le sorelle delle due ragazze scomparse nel 1983, Natalina, Federica e Cristina Orlandi e Antonietta Gregori, sono intervenute in studio. Federica Orlandi, l'ultima persona che ha parlato con Emanuela, ha ricordato la telefonata nella quale la sorella le ha detto della strana proposta di lavoro ricevuta da un sedicente rappresentante della Avon. Cristina, la sorella che l'ha aspettata invano al di là del ponte sul Tevere quel 22 giugno 1983, ha ricordato lo sgomento di non trovare Emanuela a casa come aveva creduto. Antonietta Gregori si è rivolta a chi può aiutare a chiarire i collegamenti della scomparsa della sorella Mirella con quella di Emanuela Orlandi.

Nelle ore precedenti la trasmissione erano stati diffusi ampi stralci dell'interrogatorio "segreto" di una cosiddetta supertestimone, rilanciati dall'agenzia Agi e ripresi dai telegiornali e dai siti dei principali quotidiani.

Nel 2006 “Chi l'ha visto?” era riuscito a intervistare Sabrina Minardi che aveva già parlato dei legami che Enrico De Pedis aveva con la mafia siciliana, la loggia massonica P2 e Roberto Calvi del Banco Ambrosiano, anche se aveva escluso un proprio coinvolgimento nella scomparsa di Emanuela Orlandi. In una parte non trasmessa della stessa intervista Sabrina Minardi aveva anche raccontato di avere accompagnato Enrico De Pedis, quando era latitante, a due cene in casa del senatore Giulio Andreotti. Episodi che adesso la donna avrebbe raccontato anche nelle sue deposizioni.

Natalina Orlandi, precisando di non avere ricevuto alcuna comunicazione dalla Procura di Roma sugli interrogatori della Minardi, si è detta preoccupata per questa fuga di notizie.

Durante la trasmissione, un amico di Emanuela Orlandi ha telefonato per riferire che il giorno prima della scomparsa, mentre si trovava insieme alla ragazza e ad altri amici, aveva avuto la sensazione che li stesse pedinando un giovane, del quale però ha detto di non ricordare il volto. Questa persona li avrebbe seguiti lungo tutto il tragitto dal Vaticano a viale Giulio Cesare, fino al ritorno a casa di Emanuela Orlandi. Può darsi che qualcuno del gruppo di amici di quel giorno ricordi maggiori particolari, che potrebbero essere utili. Un invito in questo senso è stato fatto anche dal fratello di Emaneula Orlandi, Pietro, in collegamento dalla Casa del Jazz di Roma, allestita in una villa confiscata nel 2001 al cosiddetto cassiere della Banda della Magliana, Enrico Nicoletti, che l'aveva acquistata dal Vicariato di Roma per 400 milioni di lire a fronte di un valore all'epoca stimato in almeno 21 miliardi. Dopo avere espresso rammarico per il mancato nuovo appello del Papa, che era stato chiesto dalla madre Maria, Pietro Orlandi ha chiesto di farsi viva alla ragazza mora con i capelli ricci che il giorno della scomparsa era alla fermata dell'autobus dove le amiche accompagnarono Emanuela. La ragazza, che non è mai stata identificata, potrebbe aver frequentato la sua stessa scuola di musica. Forse potrebbe essere stata lei l'ultima persona ad averla vista e avere notato qualcosa di importante.

Alla fine di tutta questa storia, che probabilmente così prossima alla fine non è, si riesce solamente a comprendere che tra il Vaticano e la Banda della Magliana ci fossero fin troppi legami, che Marcinkus e tutto il Vaticano siano al centro di non pochi casi “oscuri” e soprattutto oscurati e che citando qualcuno che come al solito non è da escludere che c’entri qualcosa “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.

Alla luce di tutta la vicenda non paiono poi neanche così strampalate le tesi di chi immagina un traffico di ragazzine per qualche “predecessore della dottrina della diocesi di Boston”, di chi pensa che qualcuno piuttosto in alto avesse scelto un obiettivo particolare e poi qualcosa sia andato storto, o anche di chi ipotizza giochi di potere, minacce, atti di forza internazionali sullo sfondo delle vicende del Banco Ambrosiano, fatti sulla pelle di una ragazzina.

Di complottasti è pieno il mondo, ed ognuno vuol dire la sua e più la racconta strana e complicata meglio pensa di aver operato, ma in questo caso riuscire a formulare un’ipotesi che alla luce dei fatti possa essere definita assolutamente infondata, richiede veramente una grandissima fantasia.

Le indagini sono riaperte, potremo ancora essere presi in giro per un po’ prima di trovarci nuovamente di fronte ad un’altra Ustica.