giovedì 24 febbraio 2011

Il ladro di sorrisi

Mi svegliai con un mal di testa insopportabile, atterritto dal pulsare ritmico ed incessante delle meningi decisi di trascinarmi fuori in fretta, nella speranza che l'aria fresca del mattino potesse alleggerimi le tempie. "Ho bisogno di uscire e prendere un po' d'aria".
Mi sembrò particolarmente strano quel giorno spostare il tubo di ghisa che puntella il portone di metallo che ho addossato all'ingresso, non pesante, anzi, lo sforzo mi parve irrisorio, e quel portone pesa quasi 100 kg, ma sembrava come se si piegasse sotto la mia presa. Il sole mi arrivò in faccia come un tir, era più tardi di quanto pensassi, e si era già alzato troppo sull'orizzonte: non mi è mai piaciuto il sole; anche se al fastidio che mi ha sempre procurato ha sempre coniugato una strana sensazione di benessere, qualcosa che farebbe pensare ad una memoria sopita; forse "sempre" non è la parola giusta, forse un tempo non era così. "C'è qualcosa che non va, prendo il giornale poi mi fermo al bar per un caffè, sicuramente mi riprendo".
La giornata cominciò piuttosto male, la mia vicina stava tornando a casa con la spesa, si girò verso di me e rimase pietrificata come alla vista della Medusa, le buste di plastica troppo cariche le stavano solcando le dita, le ultime falangi ormai di un rosso quasi preoccupante. Accennai un sorriso, e mi parve strano, lei in preda al terrore lasciò andare le borse e scappò in casa. Ancora ricordo distintamente il rumore della bottiglia di passata di pomodoro che cozza sul marciapiede e si rompe, il rosso vivo che ha lentamente preso proprietà del marciapiede mentre un'arancia ha deciso di testimoniare che il piazzale effettivamente è un buon compluvio verso la caditoia della fogna laggiù in mezzo. Non mi ricordavo che la città fosse così rumorosa. Uscii dal cancello ma la strana sensazione di non avere un congruo legame con la fisica delle cose non mi abbandonava: mi sembrava di camminare in modo asimmetrico, eppure non si dimentica come si cammina, non è normale, e poi i miei passi li facevo, coprivo la distanza che mi ero prefisso di coprire. "Sarà un malessere generale per colpa del mal di testa". Mi scoprii però spiazzato: non sentivo più mal di testa; ma decisamente non mi sentivo bene.
In fondo alla strada la solita auto del solito coglione che ha scambiato il vialetto per una rotonda, sul sedile di dietro due occhietti vispi che si sbarrano a guardare nella mia direzione, il Tegolino si spiaccica sul vetro lasciando uno di quegli aloni che il padre si divertirà poco a pulire; mi girai di scatto, ma non mi accorsi che ci fosse qualcosa di così terrificante.
Di certo però mi accorsi che la mia irrequietezza continuamente cresceva.
Il passo divenne più deciso e riuscii ad avvicinarmi all'edicola con una certa serenità, mi resi conto di quanto indifferente ti può essere il tuo mondo: avrei salutato i miei vicini, tre diversi vicini in tre occasioni diverse, in quelle poche centinaia di metri, ma il primo, il figlio adolescente dei vicini, camminava immerso in quel cazzo di telefonino da 700 euro. La seconda, una vecchina col cane che non ho mai capito chi fosse, ma che erano anni che incrociavo, mi sembrò quasi facesse finta di non vedermi. La terza fu quella che mi colpì maggiormente: la signora maghrebina che si è trasferita ultimamente dall'altro lato della strada; camminava avvolta nel suo abito, non ho mai capito da quale parte del maghreb arrivasse come si chiamasse quel tipo di abito, di certo poetico oltre quel limite che ti strappa un sorriso per l'onore concesso ai tuoi occhi, teneva per mano il bambino, mi vide, incrociò il mio sguardo, accennò un sorriso, un sorriso insolito, più che cortese direi compassionevole, passò una mano sulla testa del figlio. Ancora ricordo emozionandomi quella finestra di vita, una foto che vale più di tanti filmati.
Fu una volta girato l'angolo che la mia irrequietezza tornò a galla, che rapidamente cercò di tramutarsi in paura, subito dietro l'angolo mi imbattei in tre ragazzine a spartirsi, non ricordo bene come, un lettore mp3, forse avevano un qualche tipo di sdoppiatore, interruppero il canto di una di quelle canzonette insulse partorite dietro le quinte di un reality per vendere dischi a ragazzine come quelle, lo interruppero per lanciarsi, due di loro, in un urlò terrorizzato, si voltarono e scapparono nella direzione opposta. Rimasi spiazzato, mi guardai intorno "Oh cazzo, e se ha visto qualcuno? Ora sembra che abbia fatto loro qualcosa, che mi invento? Che faccio? Proseguo? Faccio finta di niente?", vissi un momento estremamente fastidioso, un imbarazzo misto a spavento che mal si racconta a chi non l'ha provato. Ma il peggio venne dopo, due signore dall'altra parte della strada si voltarono a guardarmi, vidi tutta la scena, si voltarono incuriosite, bastò loro un secondo per girarsi terrorizzate, abbassare lo sguardo, allungare il passo e levarsi dai coglioni.
Allungo il passo a mia volta, supero il distributore di benzina, ormai gli sguardi dall'incuriosito all'atterrito che mi accompagnano sono diventati la norma, l'insegna della farmacia entra nel mio campo visivo: 27 gradi, in effetti fa caldo, 27 aprile 2016, in effetti è il 27 a...2016? "Stupidi tabelloni elettronici, tiltano sempre!".
Decido di volgere lo sguardo al traffico mentre cerco di coprire gli ultimi 200 metri per l'edicola. "Ma che macchine sono queste?". Poi una Punto, una Mito, uno di quei furgoni da sempre familiari. "Qui qualcosa non torna, da dove sono venute fuori quelle auto di prima? Forse era qualche modello in lancio". Ultimamente non seguivo molto il mercato dell'auto. GA 124 TO. "Ma che cazzo di targa è???".
Mi misi a correre, cominciai ad entrare nel panico, non mi veniva molto spontaneo, la mia andatura era decisamente caracollante, ma la velocità era aumentata e mi bastava questo, avevo bisogno di un giornale, ormai volevo solo sapere che giorno fosse.
Poi la fine. Passo accanto ad un palazzo a vetri specchiati, facciata a Nord, nessun riflesso, solo una sagoma deforme, un ominide completamente sfigurato, una pelle praticamente fusa, la schiena incurvata, una gamba estremamente più sviluppata dell'altra, ma molto più corta, due occhi spaventosamente incavati, lo scalpo tagliato via e la calotta cranica segnata da macchie di sangue coagulato che raccontavano di un passato un po' più nascosto del presente. La pelle sembrava come porosa, bombardata, ustionata, forse figlia di radiazioni, fu a quel punto che mi guardai le mani, 4 dita, gli anulari amputati e le ferite perfettamente rimarginate. Indossavo un paio di pantaloncini ed una camicia che faceva fatica a contenere un fisico spaventosamente accresciuto rispetto a quello di chi la acquistò, solo a quel punto pensai di non essermi neanche vestito, ma essere solo uscito di corsa. Nella vetrina accanto, 5 televisori uno più grande dell'altro mandavano in sincro un tale che a SkyTg24 cedeva la linea alla signorina del meteo. "Oggi 27 Aprile 2016...".
Fu allora che realizzai di non aver vissuto per 5 anni precisi, e di essere diventato chissà cosa, chissà perché, sopra pensiero mi girai verso casa, sconvolto, convinto che forse non c'era altro da fare che tornare a casa, casa? Quella polvere, quella porta strana. Un miliardo di foto degli ultimi 10 minuti ritornati alla mente a comporre un quadro incomprensibile, struggente, desolante, terrificante. Mentre mi giro un viso d'angelo, una bambina sorrideva sotto al cappellino bianco, poi vide me, il terrore la avvolse, corse dal padre rimasto 3 passi indietro, ancora mi ricordo le sue parole "Cosa ha fatto alla mia bambina? Vada via, Mostro!". Mostro. Un mostro che ruba i sorrisi ai bambini. Una 9mm sotto 2 centimetri di polvere sul tavolo accanto al mio letto. Quello fu il giorno in cui mi uccisi con l'unico proiettile nel caricatore di quella 9mm.

lunedì 14 febbraio 2011

Lo scoglio, il mare, e la montagna.

Tra pochi minuti termina il 14 Febbraio 2011.

Fenomeni parastatali: Ignazio La Russa

L'attualità offre un nuovo spunto (purtroppo): il Ministro (purtroppo) La Rissa torna ad imperversare nel panorama intellettuale del paese.



Daje de tacco.




Daje de punta.




Con te non ci gioco più.





Devi morire!Europa devi morire...




Dov'è il poliziotto?




Mi scusi.




Questa rubrica viaggia a gonfie vele, non si riesce a star dietro al materiale.



La Russa scalcia un giornalista di Annozero. Che poi lo calma con una carruba.

Durante una tentata intervista La Russa scalcia l'inviato di AnnoZero e poi lo accusa di tirare calci. Coerentemente con la linea di partito.

La Russa scalcia giornalista di Annozero.
Urge un nuovo stalliere.

(spinoza.it)

giovedì 10 febbraio 2011

Il quadro

Nel bel mezzo dei deliri di un Ministro degli Esteri che invece che interessarsi della situazione in Magreb passa i week-end a sciare e si presenta in aula prima per pubblicare documenti ricevuti 40 giorni prima e poi per minacciare di rivolgersi alla Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo per tutelare la privacy di un tizio (la notizia), e nel bel mezzo dei deliri di questo tizio, Presidente del Consiglio, che minaccia di far causa a se stesso, cioè allo stato, io ho voluto dipingere il quadro della situazione per rendermi conto di cosa stia succedendo.



Una premessa mi risulta fondamentale, e mi risulta inaccettabile che venga costantemente ignorata: in Italia non si elegge il Presidente del Consiglio ma il Parlamento, ergo le eventuali dimissioni di Berlusconi non inficerebbero in alcun modo la maggioranza eletta dagli Italiani e quindi il voto sarebbe assolutamente rispettato.

Una seconda premessa particolarmente oggi è altrettanto fondamentale: le dimissioni del deputato statunitense Christopher Lee perché circola sul web una sua foto a torso nudo, scattato in occasione di una sessione di chat; questo signore ha ritenuto che per essere deputato occorra un decoro maggiore di quello che permette di fare foto a torso nudo davanti al pc. Per quel che riguarda me, decisamente esagerato, ma il principio che il politico eletto debba essere il migliore degli americani, e non il peggiore, è assolutamente condivisibile. Il deputato se ne va e viene sostituito dal primo non eletto: nessuna delegittimazione del voto.


E qui, disegnata la cornice, passo al quadro vero e proprio.

Berlusconi è persona che si vanta costantemente sui media di "essersi fatto da solo", quando poi il procuratore Ingroia in sede processuale gli ha chiesto "da dove arrivano quei quasi 100 miliardi di lire tra il 1975 e il 1978 e come mai Fininvest è nata composta da 22 holding" ha tenuto ad avvalersi della facoltà di non rispondere (notizia), nonostante su di lui, e il padre, aleggino delle nubi scure per gli stretti rapporti con la Banca Rasini, da più parti indicata come principale punto di riferimento della mafia siciliana.

Berlusconi è persona che frequenta mafiosi: per due anni, dal '74 al '76 si è tenuto in casa il boss mafioso Vittorio Mangano; Marcello Dell'Utri, suo storico braccio destro, ha sul collo una condanna in primo e secondo grado per mafia. Notizia.

Berlusconi è un bugiardo: condannato per falsa testimonianza, e non per dichiarazioni sulla lunghezza del pene, ma per appartenenza ad una loggia massonica eversiva volta a riportare la monarchia in Italia. Si dirà, e perché non è andato in galera? Per l'amnistia del 1989. La notizia.

Berlusconi falsifica bilanci, vedi caso Lentini, prescritto, caso Terreni di Macherio, amnistiato, e casi Sme-Ariosto 2 e All Iberian 2, per entrambi assolto "perchè il fatto non costituisce più reato" ( il governo Berlusconi 2 infatti modificò la norma col Dlgs 61/2002; ciò non toglie che quando il falso in bilancio era reato, Berlusconi lo ha consapevolmente commesso), e poi Bilanci Fininvest e Consolidato Fininvest, per entrambi identica assoluzione con identica formula.

Berlusconi è un abusivista edilizio, basti vedere Villa Certosa e tutte le sue appendici, porto compreso, in una regione dove non si può far nulla a meno di 150m dal mare.

Ha evaso il fisco, e per decine di milioni di euro, promulgandosi poi i condoni fiscali ad hoc. Riassunto. Altra fonte.

Berlusconi è uno che corrompe persone: archiviato per il Lodo Mondadori per intervenuta prescrizione, è stato condannato in sede civile a risarcire De Benedetti con 750 milioni di euro, ergo il "furto" è certificato. Nel penale Berlusconi ottenne lo stralcio della propria posizione e poi le attenuanti generiche, i suoi avvocati Previti, Acampora e Squillante furono condannati in via definitiva per avere, coi soldi di Berlusconi, corrotto il giudice Metta (condannato anche lui), che ha così disciplinato che Mondadori fosse assegnata al nostro, archiviato perchè con le attenuanti generiche è intervenuta prescrizione (toghe rosse eh?!senza le attenuanti generiche sarebbe stato tradotto in carcere insieme a Previti). Lodo Mondadori.
All Iberian 1, tangenti a Craxi per 23 miliardi di lire, condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi, poi prescritto.
Processo SME, prescritto in primo grado grazie al Lodo Schifani e poi alla legge sulle rogatorie (entrambe promulgate dal suo governo), Previti riconosciuto colpevole di aver ricevuto da Berlusconi i soldi per corrompere Squillante ed averci appunto corrotto lo stesso Squillante.

E' uno che ammette di cercare di comprare senatori al costo di "attrici" sistemate in Rai.

Berlusconi possiede 68 società off-shore. Per lo più costruite dall'avvocato David Mills, riconosciuto colpevole, e prescritto, di esser stato corrotto da Berlusconi per dare falsa testimonianza nei processi All Iberian e Guardia di Finanza. Ora, Berlusconi ha corrotto Mills, ma se lo ha corrotto per testimoniare il falso (anzi, per tacere) in due processi dove era imputato per corruzione, viene da pensare che fosse colpevole in entrambi, altrimenti perchè commettere un reato per dimostrare in tribunale che per due volte non si è commesso quel reato? Corruttore al cubo in questo caso.

Berlusconi ha un fratello delinquente: Paolo ha patteggiato una condanna per corruzione in una questione di discariche.

Adesso vediamo che frequenta mignotte, e nega (quindi si rende ricattabile), frequenta minorenni, anche mignotte, regala automobili a ragazze del suo giro che le prestano ad altre ragazze del suo giro fidanzate con narcotrafficanti che trasportano chili di cocaina sulle suddette auto e ne nascondono nei garage di case che Berlusconi offre alle suddette ragazze. Frequenta gente che a breve sarà, mi sbilancio, sicuramente condannata per induzione e favoreggiamento della prostituzione, una di queste persone, apparentemente senza altri meriti se non quello di essere bella e disponibile con Berlusconi (quale sia il grado di disponibilità non è dato a sapersi) viene inserita in un listino bloccato e si prende 13'000 euro al mese dallo stato.

In tutto questo la moglie chiede aiuto ai di lui amici perchè gli stiano vicino, in quanto persona malata.

Tutti questi "colori" (bugiardo, falsificatore di bilanci, evasore fiscale, abusivista edilizio, corruttore in innumerevoli situazioni, frequentatore di mafiosi, puttaniere, uomo che compra senatori piazzando nella TV pubblica le di loro amichette, frequentatore di persone molto simili ai magnacci o alle maitresse, persona che regala auto e case in cui dopo si svolge l'attività di un narcotrafficante, persona definita malata dalla moglie, che con ogni probabilità va con prostitute minorenni...) a mio avviso possono essere mischiati come si vuole, ma costituiscono un quadro estremamente inquietante, disegnano il profilo penale dell'ergastolano e un profilo morale per descrivere il quale non si può evitare il turpiloquio.
Ma il PdL, elettori compresi, non sa esprimere come presidente del consiglio una persona un pochino più sobria, o onesta, sia intellettualmente che penalmente, che partito è?

Come può un quadro del genere permettere ancora agli elettori del PdL di "difenderlo", di prendersela con il dispiegamento di forze disposto da qualche pm?
Dubito che qualche elettore del PdL legga questo blog, ma avrei piacere di una risposta alla seguente domanda: al posto di un personaggio del genere, vi farebbe tanto schifo avere Pisanu? O al limite anche Letta, o Tremonti? Non sarebbero, particolarmente la prima, soluzioni migliori? Non vedreste di buon occhio una persona seria ad occuparsi dell'attuazione del programma che voi avete voluto votare, piuttosto che delle beghe personali di un membro del vostro partito?
Perché io non voglio credere che si voti un uomo senza sapere nulla del partito e del programma che presenta, particolarmente un siffatto uomo...




Berlusconi vuole fare causa allo stato. Chissà in quale delle due vesti non si presenterà. (spinoza.it)


martedì 8 febbraio 2011

L' insostenibile leggerezza dell'apparire.

Oggi mi hanno colpito due notizie, che paiono estremamente diverse tra loro ma che riflettono una società molto triste, votata al successo a tutti i costi, dove contano solo successo, fama e soldi, in un vortice di vite machiavelliche (nel senso più spicciolo dell'aggettivo) che riducono la società a mero apparire.
Un pazzo e una cialtrona.

Cominciamo dal pazzo.

"Riccò mi ha detto di aver
fatto un'autotrasfusione"


Per i problemi estremamente gravi ai reni che ha avuto può darsi ci sia pure dell'altro, ma il punto resta lo stesso. Sorvolando sulla deontologia professionale dei medici che credevo vietasse di rendere pubbliche notizie del genere ma solo il quadro clinico del paziente, si arriva al punto di un uomo che evidentemente (per carità, possono essersela inventata il giornalista o il medico, ma ci credo poco) per il successo, per la fama, è disposto a giocarsi la vita. Il ciclismo, che ne dica il bove calciofilo popolo italico, non è più sporco degli altri sport (se nel calcio contassero i piedi, Maradona sarebbe tutt'oggi il più forte del mondo, invece il pallone è uno, e se c'arrivi per secondo, i piedi buoni te li cacci), combatte il doping, e sta vincendo, lo si vede da quante teste coronate saltano e dal fatto che i ciclisti si riducono al "fai da te". Ma è qui che arriva il dramma culturale: uomini che per il successo sono disposti anche ad arrangiarsi da soli, con pratiche per le quali sarebbe bene essere almeno infermieri, conservando sacche di sangue in frigoriferi da cucina, facendo endovenose da soli; disposti a rischiare la vita per non essere "uno dei tanti", Riccò evidentemente non poteva accettare di vincere un paio di corse e arrivare a centro gruppo (diciamo che un po' di ottimismo verso Cunego e Popovych lo riesco allora a coltivare), ha deciso che il successo e i soldi fossero l'unico obiettivo che potesse avere un senso perseguire, ha messo sul piatto anche la vita, adesso se ne tornerà a casa, per fortuna del ciclismo ma soprattutto sua.

Sara Tommasi accusa Mora
“Drogava le ragazze”
Il secondo esempio di giornata è la famosa laureata alla Bocconi che ha stabilito che per successo e soldi la via giusta sia chiedere l'elemosina distribuendo organi genitali.
Almeno la zoccola (le Escort sono altra cosa, qui si parla di mignotte) fa un lavoro (per quello che riguarda chi scrive, assolutamente rispettabile) e chiede soldi in relazione alla prestazione offerta, ogni prestazione richiede un pagamento in denaro, sempre uguale per tutti i clienti e per ogni prestazione, ormai invece oggi si vive in un mondo dove si prova col sesso ad ottenere qualcosa, qualunque cosa, supplicando, non si attribuisce un valore alla prestazione, semplicemente si spera che possa portare a qualcosa.


Ormai nel paese del Berlusconismo esiste solo il successo e allora la laurea vai a capire come la ottieni (di certo fossi il rettore della Bocconi pagherei profumatamente perché laureati di tal guisa tacessero i loro trascorsi accademici), e poi salta di letto in letto sperando di ottenere qualcosa. Non hai un tariffario, vai con Ronaldinho e cerchi di farti pubblicità, poi allora cerchi la pubblicità con Balotelli che dice, parafrasando, "Ma che fidanzata???io me la sono scopata una volta e che non si azzardi a richiamarmi!", nel frattempo vai a distribuirla ad Arcore sperando in qualche Show, o qualche fiction. Mai presa in considerazione l'idea di provare a far valere quella laurea nel mondo del lavoro, perché anche il miglior posto da top manager in una multinazionale non vale il successo, tanto poi i soldi attorno al successo ci girano lo stesso. E allora speriamo che darla a questo o a quell'altro mi faccia notare, che darla a Lui mi permetta di entrare in qualche fiction, in un cinepanettone, in qualunque porcata purché abbia tanti spettatori.

Le vittorie per raggiungere il successo, ma anche i soldi, a qualunque costo, anche della vita.
I media per raggiungere il successo, ma anche i soldi, a qualunque costo, anche della dignità.

Due storie tanto diverse quanto identiche, due fotografie di un paese ormai morto, dove l'apparire ha definitivamente vinto sull'essere. Perché come si può "essere" se non si esiste (morendo) o non si rispetta se stessi (supplicando un po' di successo utilizzando il corpo)?


Sara Tommasi laureata alla Bocconi. Bocconi era la posizione.

sabato 5 febbraio 2011

Suoni

Nel timore dell'ipocondria ripercorre, intellettualmente percosso, un'esistenza figlia dell'inaspettato momento che la ha resa definitivamente onirica. Si espande nel metafisico dopo essersi chiuso in un io desolatamente inconcludente e sogna di una dimensione inequivocabilmente troppo sfaccettata per il comune senso morale dettato da un qualunquismo non più veniale, oltremodo venale. Subisce se stesso nel vortice di tempestose elucubrazioni mentali e trasferisce il proprio ego a dita che irresponsabilmente battono su tasti vivi di trascuratezza.

venerdì 4 febbraio 2011

Fenomeni parastatali. Vittorio Sgarbi

E' di oggi la notizia che Vittorio Sgarbi condurrà un programma per sei prime serate su Rai1, un programma, a suo dire, che ripercorrerà, ovviamente riviste, le orme di "Vieni via con me".
Mi piace ricordarlo così...












Qui in effetti, come dargli torto?!














Buona prima serata.

mercoledì 2 febbraio 2011

C'è memoria e memoria.

Oggi mi sono imbattuto in questo articolo di Laura Montanari e lo voglio riproporre integralmente.


"Classi solo per i fiorentini..."
La prof simula le leggi razziali
Lezione shock in un liceo artistico per la giornata della Memoria. Fra i ragazzi chi si ribella e chi piange. L'assessore all'Istruzione: "Complimenti all'insegnante"

Voleva far sentire ai suoi ragazzi come la Storia possa bruciare ancora sulla pelle. Così l’altra mattina, giovedì, la giornata della Memoria, la prof è entrata in classe e ha detto: "È arrivata una circolare che un po’ mi preoccupa: entro il 15 di febbraio ciascuno di voi deve portare il certificato di nascita e di residenza". Perché? A cosa serve? Si sono insospettiti fra i banchi. E la professoressa: "Non so se sia per il federalismo o cosa, ma pare che il ministero non paghi più la scuola se non siete nati a Firenze e se non sono prevalentemente nati a Firenze anche i vostri genitori e i vostri nonni. Ci faranno finire l’anno e poi ciascuno di voi deve tornare nei Paesi di provenienza della famiglia...». Sconcerto fra i banchi, del liceo artistico di Porta Romana. «E’ uno scherzo?» e la professoressa Marzia Gentilini seria: «No affatto, vale anche per noi insegnanti. Io dovrò tornare in Emilia Romagna». Stava simulando in classe le leggi razziali del 1938.

Dall’incredulità alla rabbia: «Ma prof, allora io devo tornare in Cina?». «E io in Eritrea dove non conosco nessuno?», «E io a Napoli?». Uno ha posto un problema: «Mio nonno è Piemontese e mia nonna è nata in Calabria: io dove dovrei andare?». Qualcuno ha cominciato a credere di non essere più in una democrazia, qualcuno si è messo a piangere, qualcuno ha abbracciato il compagno in lacrime e gli ha fatto coraggio: «Anche mio nonno è di Napoli, ti ospito a casa mia». Dalle prime file hanno lanciato accuse di razzismo: «Una circolare così è ingiusta, ribelliamoci». Qualcuno ha sospettato: «Prof possibile che la tv non abbia detto niente?». E i giornali? e internet? Lei ha preso in mano un foglio, fingendo fosse una circolare: «è scritto qui».

La simulazione è durata meno di mezz’ora, poi l’insegnante ha svelato il senso di quella strana lezione: «Ragazzi, è andata più o meno così, un po’ di anni fa, in Italia, quando sono state applicate le leggi razziali...adesso forse lo capite meglio».
«Quell’insegnante ha avuto un’idea geniale la promuove l’assessore all’istruzione di Palazzo Vecchio, Rosa Maria De Giorgi mi piacerebbe incontrarla. La giornata della Memoria non deve essere un appuntamento rituale che si ferma a una pagina di un libro. La professoressa del liceo ha trovato la strada migliore per bucare lo schermo e attirare l’attenzione dei ragazzi, ha fatto indossare loro la follia di quel momento storico». Infatti è stato uno shock. Una vertigine. Le lacrime di qualche alunno raccontano meglio delle parole, il dolore, la paura, la solitudine, il muro che si alza quando ti mandano via dal tuo mondo.