lunedì 18 novembre 2013

I racconti

Da oggi sposterò tutti i racconti su questo altro spazio, che desidero tenere per i miei racconti, che considero più intimi, e forse per parlare di qualche libro, deciderò col tempo.

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lunedì 11 novembre 2013

La breve storia di Rocco la tartaruga

Rocco faceva la tartaruga. Cazzo di senso abbia questa frase lo si può capire conoscendolo: Rocco voleva volare, non si sentiva tartaruga, faceva la tartaruga perchè tutti semplicemente se lo aspettavano da lui. Non gli piaceva essere una tartaruga ma si sentiva scemo a dire di essere un falco, e alla fine il suo guscio gli piaceva anche. Era convinto che nessuno potesse sospettare che lui fosse, segretamente, un falco, si era arredato il suo guscio con tutte le sue cose, qualcuna da falco e qualcuna da tartaruga, percepiva le seconde come un intralcio, ma continuava a tenerle, senza neanche capire bene il perchè o il percome. Rocco tutte le sere tornava sotto la sua pianta, rientrava nella sua casetta, guardava le sue cose da tartaruga, e piangeva; si sfogava, andava al ruscello a sciacquarsi, tornava sotto la sua pianta, rientrava nella sua casetta, guardava le sue cose da falco, e riusciva a prendere sonno. Nei suoi pianti Rocco aveva pianificato tutto, solitario, sapeva come fare; cominciavano dal suo guscio a formarsi delle maestose ali, o almeno così le vedeva lui, in realtà era difficile accorgersi delle piccole escrescenze ossee ai lati del carapace. Rocco quella sera tornò sotto la sua pianta, rientrò nella sua casetta, guardò tutte le sue cose da tartaruga e, scoprendosi a sorridere, capì di essere uno di quelli che rivolge un sorriso al proprio passato; Rocco accomodò tutte le sue cose da tartaruga al suo posto, fuori di casa, sotto la pianta, indossò i suoi occhialoni da falco e si diresse al ruscello, ma non dove si sciacquava di solito, no, sul ponte 30 metri più in alto. Rocco guardò in basso e sentì che non c'era paura di cadere in lui, ma emozione sapendo che avrebbe volato; calzò bene il casco di pelle e gli occhiali, spiegò le sue nuove maestose ali e non saltò, Rocco volò, giù dal suo ponte. E mai vi racconterò come è finita la storia di Rocco la tartaruga, perchè da quel momento il cuore di rocco si riempì di se stesso, falco, e cosa successe dopo, non è importante.

Tre mandate

Clanc, clanc, clanc. Tre mandate. Elisa chiude a tre mandate e lascia fuori della porta l'ultimo ospite, si sdraia sul letto e dorme. Elisa non sogna, sa che non è vero, ma si è voluta convincere di questa cosa, ne ha avuto bisogno dopo mesi e mesi in cui sognava se stessa in pace, felice, sdraiata su di un prato alpino, dove amava camminare, sola. Sola e felice.
Sono ormai anni che ha raggiunto sé stessa, Elisa è una donna felice, è serena, vive una vita che tante altre donne avrebbero sognato. Redattore capo in una delle 5 riviste di moda più importanti del mondo, lavora di ciò che ama, viaggia, conosce posti sempre nuovi, entra ed esce dai migliori Hotel del pianeta, conosce uomini di ogni tipo e li chiude fuori a tre mandate.
Fa freddo fuori, e anche questa volta ha sorriso a se stessa quando ha visto la curiosità negli occhi dell'ultimo uomo che ha visto il suo letto: un solo cuscino; non ci pensi fino a che non lo vedi a quanto sia forte il simbolismo di questo gesto. Sono le due, un saluto più lungo di quanto lei stessa si immaginasse e poi le tre mandate. Elisa si sdraia sul letto e dorme. Domattina farà più fatica del solito a cancellare quel fottuto sogno che la disegna sola e felice, perché Elisa, sola, non è felice per un cazzo. Piangerà per la prima volta nella sua vita, farà una doccia, uscirà di casa, chiuderà, questa volta da fuori, a tre mandate, e non tornerà mai più in quella casa. Oggi Elisa ha paura ed è sola, e forse smetterà di fare quel sogno tanto odiato.