martedì 18 settembre 2012

Quarant'anni

Il Terza si chiama così dall'anno in cui s'è diplomato: era la terza volta che ci provava. Ha sempre fatto casino e studiato poco, ma il problema di fondo è che il Terza, senza girarci tanto intorno, è stupido. Il Terza è stupido ma oggi che abbiamo tutti quarant'anni, vaffanculo, è l'unico che sorride davvero.

lunedì 17 settembre 2012

Prometheus

Eccomi qui, dopo aver visto questo film non potevo esimermi dal recensirlo.
E colgo l'occasione per girare a Ridley Scott i complimenti del mio gastroenterologo, altro che lo yogurt della Marcuzzi!

Arrivo a prendere i biglietti e già mi si dice che c'è solo la versione 3D: ecco arrivare il forte sospetto di assistere ad un'esperienza grafica senza capo ne coda e piena zeppa di banalità (Avatar ricorda niente).
Comincia il film con un sonoro che pare fastidioso fin dall'inizio ma che poi si rivelerà inutile (dove sono i silenzi di Alien?) quando non dannoso (una colonna sonora autoreferenziale e francamente poco comprensibile, spesso capita di soffermarsi sulla musica perché non sta succedendo niente sulla scena. Se l'idea voleva essere quella di fare una specie di intermezzo musicale, avrei suggerito This must be the place cantata da David Byrne nell'omonimo capolavoro di Sorrentino).
Effetti speciali non invasivi, effettivamente il 3D non ha voluto prendere il ruolo da protagonista, il problema è che questo ruolo non lo ha certamente preso una storia sconclusionata e piena di buchi narrativi e logici.
Si torna al vecchio filmetto americano che si impernia su qualcosa di stupido fatto da qualche stupido. L'aria sembra respirabile, quindi via i caschi protettivi; la nave arriva sul pianeta ed atterra, nessuna ricognizione; appena atterra, esce una squadra in moto e camion, niente sonde; dentro la struttura, si mandano finalmente delle sonde che la mappano; due membri della spedizione si impauriscono quindi decidono di andarsene (ma roba da rincoglionire: in mezzo a una spedizione la gente fa quel che vuole? ma manco alle gite che organizza il prete!!!); i due che si impauriscono sono quelli che hanno mappato la caverna, ma nell'uscire, si perdono; i due dispersi sono in contatto radio con gli altri e con il ponte della nave, che vede una ricostruzione 3D della caverna con la posizione di tutti, ma nessuno li indirizza verso l'uscita; dopo che sono rimasti da soli, visto che volevano andarsene in quanto spaventati, cominciano a toccare tutto quel che vedono e a giocare coi serpentelli del luogo; nel frattempo c'è un uomo solo a controllare, sul ponte di comando, la mappatura della struttura, ma questi decide di andare a divertirsi con Charlize Theron senza farsi sostituire da nessuno. Mi fermo per affaticamento e per non spoilerare oltre un film che comunque scoraggio dal guardare, non certo perché manchino esempi di comportamenti idioti. Ho citato Charlize Theron, ecco, ho visto il film in italiano quindi non saprei dire della sua prova (come quella della Rapace, che a livello di mimica non sembrava affatto male, ma non saprei cosa possa succedere non essendo madrelingua), ma di certo interpreta un personaggio che sembra un modo per riequilibrare il 3D: un personaggio piatto, inutile, sconclusionato quanto tutti gli altri ad eccezione del robot, che pare effettivamente l'unica cosa interessante di tutto l'orribile film.
Fotografia che non ha lasciato alcun tipo di ricordo positivo, ma neanche negativo, della colonna sonora insopportabile ho già detto, della profondità dei personaggi e dell'intelligenza della trama pure, e ora voglio approfondire la sceneggiatura.
Sono andato a guardarmi chi fosse quel Damon Lindelof che mi sembrava un nome noto tra gli sceneggiatori. Eccoci, svelato l'arcano: uno dei creatori di Lost, quel delirio di inconcludenza che avrebbe dovuto, e fortunatamente non ha, rivoluzionare il mondo della fiction. Le tessere vanno al loro posto, si capisce finalmente il perchè di tanta inconcludenza, di tante parentesi non chiuse, come in Lost si rimanda continuamente al futuro per le spiegazioni e questo non avviene mai (esattamente come nel telefilm). Nell'alone di misticismo e spiritualità che pare debba per forza esistere in qualsiasi opera del Lindelof, anche qui emergono diversi riferimenti, per altro costantemente invasivi, che interrompono la narrazione (già inceppata di suo), alla spiritualità cristiana che non è ben chiaro (e cosa lo è in questo film?) se voglia essere proposta come "la migliore delle prospettive possibili" o "una superstizione buona solo quando si ha paura"; pare più fondata la prima tesi, con una sorta di retrogusto da punizione divina per chi non abbia avuto fede, ma di certo la questione non viene mai approfondita, in modo tale da gettare il sasso, nascondere la mano e far la figura del mediocre equidistante.
Tirando le somme, una buona gestione del 3D per delle scenografie gradevoli anche se non coraggiose, una colonna sonora troppo invasiva e che lascia l'impressione dell'aggiunta posticcia, un comparto audio per nulla sfruttato nella creazione dell'atmosfera, dialoghi mediamente poco significativi e una sceneggiatura sciatta, inconcludente, tronca, che non permette non solo di godersi una storia, ma neanche di godersi l'approfondimento di uno solo dei temi sfiorati quasi a casaccio (dalla paura della morte alla curiosità, dal "chi siamo e da dove veniamo" al "perché dobbiamo morire", dalla morale della guerra alla religione cristiana, dalla maternità al sospetto per il diverso); la sceneggiatura ricorda uno scolapasta tanto è piena di buchi narrativi e logici, i personaggi agiscono e parlano senza alcuna logica, il ritmo spesso si impantana nel niente, aiutato dalla colonna sonora. Due parole le merita il finale, di una banalità sconcertante soprattutto nel cliffhanger che rimanda al prossimo capitolo, la cui banalità è al limite dall'offesa all'intelligenza dello spettatore.
Pessimo film, in due parole: inconcludente e illogico.

giovedì 13 settembre 2012

Bionda

Si guarda allo specchio e non si stupisce per niente nel rendersi conto di non ricordare quando s'è fatta bionda. Chi se ne frega, pazienza. Va a sedere sul suo mobilino Ikea davanti alla piccola finestra 80x80, guarda fuori come ha guardato fuori praticamente tutte le sere da cinquant'anni a questa parte. Non piove mai allo stesso modo, e oggi comincia a piovere come un giorno di vent'anni prima, come quel giorno. Chi se ne frega di quanto bagna i vestiti, la pioggia la senti dentro, e oggi la pioggia che sente è quella. Vent'anni e lo sguardo su quello che poteva essere. Suona il telefono, è lui, è la solita telefonata "sto tornando, butta la pasta", le viene da piangere. Per vent'anni ha lasciato se stessa alla finestra ed ha portato qualcun'altro in giro per la vita. Voleva viaggiare, non ha viaggiato, voleva imparare il russo, ha solo sentito russare, voleva buttarsi da un aereo, oggi le importerebbe poco del paracadute, voleva fare la foto a un pinguino nella Terra del Fuoco, non trova più Pinguino, il pupazzetto di pezza che le aveva regalato la migliore amica. E' vent'anni fa che ha scelto, che ha lasciato andar via sotto la pioggia quello che poteva essere mentre avrebbe voluto urlare da una finestra che al tempo era bloccata. Fu il giorno dopo che chiamò il falegname per rifarla, perchè si potesse aprire, per poter urlare fuori qualcosa che non avrebbe mai urlato. Solo due volte in questi vent'anni ha aperto la finestra, ma l'ha sempre richiusa con una smorfia, una di quelle smorfie che potevano significare tutto e niente, gioia e imbarazzo, rimpianto e rimorso, tristezza ed esaltazione. E ora è lì a guardare quella stessa pioggia, a girarsi gli anelli, a sentirseli sui polsi, a pensare che troppe volte negli ultimi vent'anni ha scelto la via vecchia per la nuova, anche se sapeva benissimo che la vecchia andava a finire davanti ad una finestra chiusa e non nella Terra del Fuoco in mezzo ai pinguini; l'ha sempre saputo, ma ha semplicemente messo se stessa alla finestra mentre un'altra lei guidava su di una strada che non le apparteneva. Non l'ha mai fatto pesare a nessuno, forse ha sempre avuto bisogno di portarlo lei un peso, le risultava più facile lo scegliere di apparire quello che ci si aspettava, non vivere, illudere, è sempre sembrata una brava ragazza, una brava donna, una brava moglie, è sempre stata semplicemente una persona triste. Oggi per la terza volta in vent'anni apre la finestra, e si rende conto che ormai quello che poteva essere non può più essere, per la prima volta accetta che quella che non ha mai saputo se potesse essere la sua direzione, lo era. Ha capito che era come lei, che era lei, ma che aveva meno coraggio, o semplicemente ne aveva di più. Non è mai voluta andare a trovarlo, non riesce a pensarlo disteso dietro quella foto sorridente, da quando ha capito che tipo di sorriso fosse. La finestra è ancora aperta, il volto segnato da una smorfia, da una di quelle smorfie che per tutti potevano significare tutto e niente, per tutti meno che per uno, che era come lei, quella smorfia che altro non è che lei che si separa da se stessa. Chiude la finestra, si allontana, si gira, e per la millesima volta in vent'anni si guarda mentre cerca di aprire la finestra ed urlare qualcosa fuori.

domenica 2 settembre 2012

Grillo e la storia

Oggi voglio spendere due parole su Beppe Grillo. Comico che si è preso per gioco la responsabilità di dare una svegliata al paese e che adesso, a mio modo di vedere, si è trovato sulle spalle un peso ben più grande di quello che si aspettava di dover sostenere. Grillo rappresenta oggi uno dei soggetti politici (e la parola "politici", tanto quanto quella "politica" qui dentro non si usano in senso qualunquista e populista) più importanti del pianeta, ma è persona che secondo me non si è voltata a guardare chi lo stia seguendo. Grillo ha radunato attorno a dei discorsi che non sembrano poi così nuovi (vedremo poi se si possono trovare delle somiglianze con qualcosa) un sacco di gente, e tra questa gente c'è anche un notevole esercito di squadristi da tastiera che avanzano liste di proscrizione (c'è finita la Idem, per capirsi, perchè alle offese di grillo agli atleti "burattini di governi nazionalisti" ha risposto con "è un patacca") e a vario titolo avanzano minacce nei confronti "dei partiti". Si scagliano contro il PD perchè brontosauro della politica e lo accomunano al PDL e alla Lega Nord. Per me qui cominciano i cortocircuiti, temo dettati dal solito amore che noi Italiani abbiamo per il salvatore (chissà da dove arriva questa idea balzana di un salvatore che smette di fare il suo, si fa uomo, e viene a salvarci. o lascia le imprese e scende in campo. o smette di fare il comico e fonda il movimento. io comincio a notare delle brutte similitudini), per l'odio populista (quante volte avete sentito dire "i politici rubano"? deriva qualunquista del già qualunquista "i parlamentari rubano"...) verso chi ci sembra lavorare meno di noi, o guadagnare di più. Si comincia a sostenere che il PD sia una specie di brontopartito, e lo voglio dare per buono (diciamo che a studiare un po' di politica non è così, ma lo do per buono) e lo si accomuna al PDL, nato da una persona sola che ha smesso di fare quello che stava facendo per entrare in politica dicendo di farlo per noi, che denunciava i partiti ladri di tangentopoli, strizzava l'occhio ai magistrati (voleva Di Pietro alla giustizia), voleva di nuovo il vecchio "uomo qualunque" in politica (imprenditori, operai, casalinghe, ma non politici di professione), aveva un leader portavoce che metteva la faccia (o il simbolo) sul partito (o movimento); siamo così sicuri che le similitudini siano tra PD e PDL e non che il primo PDL fosse perfettamente sovrapponibile al primo Movimento 5 stelle? Siamo così sicuri di non averle già sentite queste cose?
"... milioni di persone hanno perduto i loro ultimi risparmi, milioni di altre sono senza lavoro. Tutto ciò che prima esisteva è stato sconvolto, tutto ciò che un tempo sembrava grande è crollato. Una sola cosa ci è stata lasciata: gli uomini e i partiti responsabili di tanta rovina. Questi continuiamo ad averli tra i piedi."
Si nota qualcosa di diverso da quello che dice Grillo? E voi direte: "beh, è condivisibile, che c'entra?!" Vero. L'idea c'è, infatti ho premesso che considero Grillo un soggetto politico importantissimo, il problema non è in Grillo, ma in chi lo ascolta, che ancora non ha capito in che modo debbano farsi nostre le sue idee, le sue proposte. Si continua in Italia a non imparare niente dalla storia: il capo-popolo ci racconta che un mondo migliore è possibile e invece che pensare, criticare, elaborare, fare nostro il concetto, gli diamo le chiavi della patria e gli diciamo "bene, bravo, bis, pensaci tu!"
"...non voglio vivere in un paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare..." 
"...la vecchia classe politica italiana è stata travolta dai fatti e superata dai tempi. L'autoaffondamento dei vecchi governanti schiacciati dal peso del debito pubblico e dal sistema di finanziamento illegale dei partiti, lascia il paese impreparato ed incerto..." 
"Mai come in questo momento l'Italia, che giustamente diffida di profeti e salvatori (già, bella cazzata. ndr) ha bisogno di persone con la testa sulle spalle e di esperienza consolidata, creative ed innovative, capaci di darle una mano, di far funzionare lo stato." 
"...Ciò che vogliamo farne (del movimento. ndr) è una libera organizzazione di elettrici ed elettori di tipo totalmente nuovo, non l'ennesimo partito..."
Questi discorsi non li avete sentiti fare anche a Grillo? La storia non insegna niente eh? Appena qualcuno se la prende "coi partiti" e dice di essere diverso, noi non ascoltiamo ciò che dice per cambiare la democrazia prendendo spunto dal discorso, no, gli diamo le chiavi e gli diciamo "bravo, hai sempre ragione, salvaci!". Salvaci da questi ladri, che si trovano a Roma, salvaci da "Roma Ladrona"...
La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi. (Indro Montanelli)
Voglio comunque lasciare un indizio: le iniziali dell'autore del primo discorso sono A.H. Quelle dell'autore del discorso da cui arrivano gli altri quattro estratti sono S.B. Fate un po' voi, e vedete se è bene seguire quel che dice Grillo come si sono seguiti tutti i capo-popolo fino ad oggi.