lunedì 29 novembre 2010

La cassaforte

La questione che più mi perplime di WikiLeaks ruota tutta intorno ad un esempio: se io possiedo diversi milioni in gioielli, titoli, contanti, dentro casa, non lascio una cassaforte in bella vista con il codice scritto poco lontano, con dentro poche migliaia di euro?

Mi chiedo cioè, quanto di queste rivelazioni di WikiLeaks è frutto di Hacking di altissimo livello e quanto di volontaria scarsa protezione da parte delle amministrazioni U.S.A.?

Non è possibile che abbiano pensato negli U.S.A. "se qualcuno entra trova tutta questa roba, si ferma qui perché è contento del bottino e non finisce per cercare oltre"?

Ho sentito chi pensa che siano tutte informazioni false e pilotate, a me parrebbe strano, ma forse il ruolo di WikiLeaks potrebbe essere meno "importante" a livello pratico che a livello culturale, dove finalmente si vede emergere un po' di curiosità, anche in questo paese, per la cronaca politica (per quanto da noi ovviamente l'interesse sia sempre spostato verso la cronaca rosa).
WikiLeaks non offre notizie ma conferme di opinioni diffuse, il che è terribile perché viene da ricordare quell'orrendo personaggio che "a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca", ma riesce a stimolare la curiosità.

E allora viva WikiLeaks se stimola il cittadino a pretendere verità.

The Prestige

Di tutta questa faccenda di WikiLeaks mi hanno colpito due aspetti, il primo di carattere particolare, il secondo generale.

Mi occuperò ora della prima. Il proprietario delle parole che seguono non è difficile da riconoscere.


"Per quanto riguarda la politica estera, con la nostra diplomazia commerciale, abbiamo portato appalti, lavoro e profitti a molte imprese italiane che operano nel mondo. E abbiamo restituito prestigio e autorevolezza all'Italia in campo internazionale, se permettete con un premier che è il più esperto e quindi, anche a seguito di questo, tra i più influenti e considerati nei vertici mondiali"



Beh oggi WikiLeaks ci ha confermato che effettivamente Berlusconi è considerato, ma non è "molto considerato" è "considerato molto...".

WikiLeaks ha concesso l'esclusiva ad alcuni giornali tra cui Guardian, NY Times, El pais e quindi è da questi che arrivano gli estratti ed i virgolettati.

Una cosa che li accomuna (Berlusconi e Putin n.d.a.) è lo stile autoritario e machista, che permette a Putin di relazionarsi perfettamente con il premier italiano. Questo rapporto provoca negli statunitensi una profonda diffidenza, scrive il quotidiano spagnolo El Paìs.

Ma di Berlusconi sia il giornale madrileno sia il settimanale tedesco, nella sua copertina uscita in anticipo, mettono in evidenza “le feste selvagge”.

Berlusconi “sembra sempre più il portavoce di Putin” in Europa

E’ “irresponsabile, vanesio e inefficace, come un leader europeo moderno”, diceElizabeth Dibble, agente diplomatico americano a Roma di Berlusconi.



In pratica emerge che Berlusconi sia effettivamente molto considerato all'estero, è considerato più o meno come un vecchio puttaniere irresponsabile, vanesio e inefficace che lecca il culo a Putin.

Beh, forse di questo tipo di prestigio si sarebbe anche potuto fare a meno.




domenica 28 novembre 2010

Punto Uno:elezioni e trasparenza

Oggi comincio il mio piccolo programma, alla ricerca di capire i perché del non affrontare questioni a mio modo di vedere banali.

Sorvolo oggi sulla legge elettorale e quindi non mi rivolgo a chi l'ha scritta definendola "porcata" e a chi l'ha firmata per poi cominciare a parlarne male dal giorno seguente (ogni riferimento all'imprenditore dei tortellini che ha firmato con Bossi la legge sull'immigrazione è puramente voluto), e quindi mi rivolgo al PD.

E mi chiedo: non è possibile cominciare a far fare le cose a chi le sa fare?
Perché cioè un ministro deve sempre essere una sorta di "premier mancato" o "senatore trombato" o "lacchè riciclato"?
Non è possibile presentarsi alle elezioni con un programma chiaro ed una lista di ministri che mettano le proprie capacità al servizio di quel programma? Una volta scritto il programma e dettati gli indirizzi politici non è proprio possibile poi affidarsi a dei tecnici per la sua attuazione?
Faccio un esempio: scrivo un programma su come intendo gestire la sanità, e quindi gli indirizzi che il ministero relativo dovrà seguire, contatto un primario, o un direttore sanitario, che io ritenga persona capace e gli chiedo disponibilità a fare il ministro; appena trovatone uno che accetti, lo presento nella lista dei ministri che offro all'elettore.
Non ho io elettore il diritto di sapere prima se qualcuno ha intenzione di fare ministro uno come Gasparri?
Non ho il diritto di sapere se un ministero importante come quello dell'istruzione (che ha pure perso la dizione "pubblica" in questo ridicolo paese) sarà dato in mano ad una Gelmini, persona che evidentemente, dal primo giorno, non poteva che passare per la "testa di legno" di Tremonti che si è rivelata?
Non ho il diritto di sapere quanti e quali ministeri esisteranno?
Non è giusto far sapere fin da subito che ci sarà un ministero per le non chiare "riforme" e il "federalismo" e sarà affidato ad un tizio che ha avuto un ictus, ha serie difficoltà a parlare e su quelle di ragionare esistevano delle perplessità anche prima?
Non ho il diritto di non veder nascere dei ministeri solo per tenere qualcuno al riparo da qualche noia?

Io sarei convinto di averli tutti questi diritti, io credo che sapere prima quali sono i ministeri ed i ministri sia un diritto di un cittadino di una democrazia e credo che la spartizione e la moltiplicazione delle poltrone dopo i risultati elettorali sia già una sconfitta per la legislatura.

Di seguito pubblico la lista dei ministeri, e relativi ministri, di questa legislatura, lascio a voi il pensare se, a sapere prima delle elezioni quanti e quali ministeri ci sarebbero stati e a chi sarebbero stati affidati, il voto avrebbe potuto essere influenzato.


Poi ci sono i Ministeri senza portafoglio.



Siamo sicuri che non sia un nostro diritto il sapere prima che esisteranno i ministeri evidenziati?
Che non sia un nostro diritto il sapere prima che saranno nominati i ministri evidenziati?

Veloce digressione sul Ministero per le pari opportunità: è tollerabile che nel 2010 ci sia bisogno di un ministero del genere? Non deve essere tutto il parlamento, e tutto il Governo, ad occuparsi del fatto che ogni legge ed ogni provvedimento non creino discrimine per sesso, religione, orientamento sessuale o politico? C'è proprio bisogno di un ministero che tra l'altro va sempre ad una donna, manifestando una certa disparità di opportunità di fare il Ministro per le pari opportunità?

giovedì 25 novembre 2010

Fenomeni paranormali, molto para(...) e poco normali. Pochissimo.


Oggi mi ha colpito un eroe dei nostri tempi, uno di quelli con le palle, il classico uomo duro, che si fa la barba col coltello da caccia, si lava i denti con la benzina e va a caccia di leoni a mani nude, uno che picchia per farsi rispettare.


Emilio, sì, proprio lui, quello che "la società civile li dovrebbe menare". E io già me lo vedo lui, grintoso, a torso nudo davanti agli studenti, con la fascia rossa sulla fronte e l'M60 in mano a fare strage di comunisti.



Poi però...

Emilio Fede picchiato in un ristorante dall’imprenditore dell’Amaro Giuliani

Beh, uno legge il titolo e pensa "wow a quello di prima hanno dato un pugno, avrà reagito rovesciando tutto il ristorante in testa al giovane Giuliani!!!".

E pensa male...
Il giovane Giuliani è un signore di 72 anni, LEGGASI SETTANTADUE, che gli ha dato 3 cazzotti e il Rambo denoantri ha reagito da par suo: andando a piagnucolare dall'avvocato.

“Qualcuno la pagherà cara”, esordisce il giornalista prima di iniziare il telegiornale. Non solo: lui vuole e pretende una “valanga” di soldi di risarcimento.

"Menare di qua, menare di là" e quando tocca a lui, le prende da un signore di SETTANTADUE anni e va a piangere dalla mamma.

Il fenomeno paranormale.


Emilio Fede picchiato al ristorante. Solidarietà dal mondo dei camerieri. (Spinoza.it)


lunedì 8 novembre 2010

The Butterfly Effect

La notizia interessante del giorno è invece un'altra.

Iran: Teheran sovrappopolata, via in 3 milioni.
Ahmadinejad offre incentivi per trasferirsi in altre città.

E qui mi è venuta in mente una vecchia idea: è possibile che in questo paese, ma anche altrove, ovunque forse, anche se in misura minore, ci sia sempre paura di dire cose nuove?
E' possibile che se la cosa nuova la dice il pazzo di turno e non viene sonoramente fischiata, solo allora qualcuno timidamente riesca a prendere il "coraggio" di riproporla?

Mi riferisco a due aspetti di ciò che ha detto Ahmadinejad: in primo luogo il concetto di poter convincere qualcuno a lasciare la propria casa quando questo sia necessario per far funzionare meglio l'intero paese; in seconda istanza il fatto che una città non può crescere a dismisura e probabilmente esiste un limite, neanche esagerato, oltre il quale neanche con una perfetta attuazione di un perfetto strumento urbanistico si possa rendere vivibile una città.

Per il secondo punto rimando a Nikos Salingaros, matematico australiano che vanta certamente più titoli per esser definito "urbanista" di molti personaggi che affollano le università usando parole a caso, definendo cioè "genio" Le Corbusier e "geniale" lo zoning, quando una parola sola sarebbe ottima per definire entrambi: "dannoso". E così questo interessante "duetto" con Leon Krier, altro non architetto (forse qualcuno dovrebbe porsi degli interrogativi).

E consiglio una volta di più la lettura del blog dell'amico (spero che mi permetta) Architetto Pietro Pagliardini, De Architectura, già segnalato tra i "blog interessanti".

Per il primo punto invece si torna al mio vecchio pallino: un piano di sostituzione edilizia. L'Italia è piena di edifici, socialmente pericolosi (non mi dilungo e cito semplicemente Le Vele a Scampia e lo Zen a Palermo), architettonicamente inaccettabili (finestre orizzontali, mostre sottodimensionate, terrazzi "a tasca", volumi addossati gli uni agli altri senza alcuna gerarchizzazione, in sostanza, totale mancanza di grammatica), urbanisticamente struggenti (edifici disallineati tra loro e con la viabilità, villettopoli alienanti per i cittadini, assenza di rapporto edificio-città, quartieri dormitorio). In un panorama del genere, con le decine di miliardi di metri cubi che sarebbe opportuno demolire e ricostruire il settore edile non deve poter conoscere crisi almeno per i prossimi 150 anni. Perché non si incentivano le persone a lasciare quei posti che non dovrebbero più esistere?Perché non riusciamo a dire che una città non può occupare un area di 10km di raggio?
Perché c'è sempre paura di affrontare un problema? "Eh, ma come fai?", "E' troppo difficile", "Nessuno abbandona la propria casa". Vogliamo veramente ridurci ad ammirare un mezzo-dittatore mezzo-pazzo?
Vogliamo davvero aver da imparare anche dall'Iran. Dopo essere diventati il paese più immobile e immobilista (e immobiliarista nel caso specifico ci sta bene), d'Europa dobbiamo per forza cercare di diventare il più immobile del mondo?

Prego?

Oggi mi hanno attratto due notizie, comincio da quella più leggera, una dichiarazione di un ministro italiano.

Oggi Sacconi, ministro del Welfare se n'è uscito con una sorta di baracconata per arruffianarsi quel vaticano decisamente innervosito dalle peripezie di Jhonny Bunga Bunga. Dichiarazioni incommentabili per la pochezza delle stesse e per la tristezza che le pronunci il ministro per il Welfare, lo Stato Sociale, che non parla di cittadini, ma di famiglie. E definisce famiglia una coppia sposata e che voglia procreare. Quindi niente single, niente coppie non sposate, niente sorelle orfane, niente coppie sterili che adottano figli. Tutte cose che rientrano nell'intelligenza media delle dichiarazioni che ci si possono aspettare da un ministro di questo governo.


Ma una cosa in particolare mi ha colpito, e cioè questo passaggio:

ll ministro, nel suo intervento, ha affermato che “la crisi porta il governo a fare delle scelte e gli interventi di welfare vanno riorientati”. “La famiglia – ha aggiunto ancora – deve essere l’unità di riferimento che ci consente di compiere quell’operazione di razionalizzazione delle prestazioni dirette e indirette necessarie perchè gli obiettivi che vogliamo raggiungere per sostenere la natalità possano essere perseguite. Di affabulazioni senza fondamento se ne sentono tante, io guardo ai fatti e ai numeri”.

Dove l'avevo già sentito questo discorso io?


Ecco dove l'avevo già sentito.

Dichiarazioni di Intenti tra Umbria e Toscana

Dopo un week-end in cui Renzi e Fini sono riusciti a tirarmi fuori un ottimismo, una "gioia politica" che non speravo più di ritrovarmi addosso, ho deciso di parlare finalmente di politica, vorrò nei prossimi tempi, parlare di come io vedo la politica, intesa nell'accezione nobile di "occuparsi di res-publica" e non di becero "poltronismo" come è ormai intesa in Italia.

Nel frattempo vedo da quel Fini che ha firmato le peggio porcherie, e porcate, un ravvedimento serio, altro che Fiuggi, un abbandonare il cialtronismo di Berlusconi per riscoprire la politica, lo vedo parlare di stato, di problemi e soluzioni.
Vedo che nel Pd è riuscita a farsi largo una voce giovane che porta avanti idee e non ha tempo da perdere in sterile retorica, che non ha sovrastrutture favori da fare o restituire, che si propone con la potenza con cui solo un'idea spontanea può proporsi, potenza che necessariamente manca ad un'idea quando questa sia figlia di accomodamenti.

E allora viva Fini e viva Renzi, viva due nomi per dire viva alla politica delle idee e non dei nomi, basta con il Berlusconismo del Leader Maximo, e benvenuta (purtroppo non bentornata) politica delle idee.

Oggi la parola politica in Italia ha dimostrato di poter finalmente assurgere al nobile significato che dovrebbe avere, e allora Forza FLI e forza PD (quello di Firenze, dei "rottamatori" che rispondono con un applauso ai fischi della gerontocrazia radunatasi attorno a Bersani).

E quindi, con un entusiasmo che non credevo potesse essermi proprio, mi avventurerò nell'esposizione delle mie idee politiche, con calma.
A presto.

martedì 2 novembre 2010

Amico gay...

Era un po' che ne mancava qualcuno e chiaramente il mattatore torna alla ribalta

Berlusconi: “Meglio le belle ragazze che essere gay”


Chiaramente perché c'è chi della figura di merda ha fatto uno stile di vita.

Ma lungi da me il meravigliarmi per la nuova boutade, "bouttanade" forse sarebbe più corretto, appena sentita la notizia mi è venuto in mente un personaggio, ovviamente comico, che Berlusconi non fa certo scopa con una persona seria.

E ho letto tutta la notizia convinto di leggermi un "Meno male che ci sono i gay, così c'è più fica per me".
Deluso alla fine della mia lettura, voglio però postare un pezzo che mi piacque molto a suo tempo e che mette brutalmente di fronte al fatto che è estremamente difficile trovare differenze tra i due.
Così a lume di naso a me sembra però più consona la dimensione del comico piuttosto che quella dello statista, per uomini di questo profilo.