giovedì 1 ottobre 2009

Copyright e SIAE

Questa sera cercando delle cose su e-bay mi sono imbattuto nel cofanetto di dvd di "Il signore degli anelli" alla modica cifra di 49,90 euro e dal giramento di palle quasi decollo.
La prendo alla lontana, sul funzionamento della SIAE rimando alla splendida (come al solito) puntata di Report.
E mi sono chiesto: pare già piuttosto assurdo pagare la SIAE, cioè il diritto d'autore, sui carciofi al supermercato, sulla birra al pub, sul caffè al bar e pensavo che tra i soldi spesi nei vari esercizi commerciali ci stessero dentro anche i soldi per chi le canzoni se le procura "scaricandole" da internet (è il peer to peer al centro dell'attenzione, vorrei evitare di ragionare di ovvietà), e però le campagne di condanna, critica, guerra, contro i "pirati" non si sono mai placate, allora non mi è rimasto che pensare "la SIAE è un'anomalia e lo schifo che rappresenti è universalmente riconosciuto, evidentemente si lavora per cancellarla e si comincia nel frattempo la guerra a chi il copyright lo ruba". Invece no, io pago i diritti d'autore pure a gente come Gigi D'Alessio che non ascolto neanche quando sono in un luogo pubblico (piuttosto mi tappo le orecchie), li pago su CENTINAIA di articoli che compro, anche su musica che non ascolto, li paghiamo tutti, e però c'è la guerra a chi "scarica". Mi resta da pensare: il copyright su una canzone, oggetto decisamente riutilizzabile è alto, è giusto pagarlo ad ogni utilizzo, e per detenerla occorre pagare un alto copyright. Mi convinco che questa debolissima considerazione sia sufficiente, ignoro il fatto che spendere 15 euro per un disco di 12 canzoni di cui me ne piacciano 3 sia un furto, non permettendomi nessuno di avere solo quelle 3, ignoro il fatto che a me il cd occupa spazio e rompe i maroni e preferirei scaricarmi una canzone per una, ignoro il fatto che mi disgusti comprare un pezzo dance e che il copyright se lo prenda più Casadei che l'autore del mio pezzo dance, o che prenda un pezzo politicamente impegnato e i diritti se li prenda il cantante pop, ignoro tutto e arrivo dove non si può più ignorare, e cioè ad e-bay.

Il cofanetto a 50 euro. Ora, un film non è un oggetto usa e getta ma poco ci corre, davvero poco, poche volte ho visto un film più di una volta, e quasi sempre in quanto questo passava in tv mentre non avevo niente di meglio da fare, Il signore degli Anelli è uno di questi, e mi sono rifatto i miei ragionamenti.
Ho visto i 3 film al cinema, poi ne ho noleggiati 2, ne ho acquistato uno su primafila su Sky, li ho rivisti tutti e 3 su Mediaset ed anche su Sky, quindi io ho pagato il copyright sui biglietti del cinema, sul noleggio, sulla primafila di Sky, ho visto le pubblicità di Mediaset (quello è pagare il copyright, Mediaset compra il film e lo vende agli sponsor, io guardando le pubblicità risarcisco gli sponsor) e pago l'abbonamento a Sky-cinema, in pratica io per quei 3 film il diritto d'autore l'ho pagato 12 volte, 4 per ogni film.

Ora, a quello che "scarica" il film e ruba il diritto d'autore UNA VOLTA processi, condanne, multe, e processi anche mediatici, condanne morali, quello li è un ladro un mostro, ma alla casa cinematografica che il diritto d'autore su di un oggetto che fondamentalmente è usa e getta lo ruba TRE VOLTE non dice mai niente nessuno?
Perché qui magari si vuol dire "eh ma te te lo guardi 4 volte, tanto usa e getta non è", beh, fermi tutti: prendiamo un film come "Il Sesto Senso" io pago il biglietto al cinema, se poi passa su Sky, il diritto d'autore lo sto pagando un'altra volta pur essendo quello inequivocabilmente un film usa e getta.

Mai nessuno che dica una parola su questo tipo di truffa sul copyright, quando il coglionazzo ruba uno alla multinazionale è una mostruosità, quando la multinazionale ruba tre a un coglionazzo il silenzio è assordante.
Eppure il diritto d'autore a me pare dovrebbe essere un riconoscimento a chi ha prodotto l'oggetto, la certezza che nessuno possa appropriarsi di quell'opera e venderla incassandone tutti i proventi, ma com'è possibile che una stessa persona debba pagare il diritto d'autore sullo stesso oggetto allo stesso autore per tutta la vita ad ogni utilizzo, anche involontario (la televisione).

Inutile dire che io a Peter Jackson ritengo di aver pagato fin troppi diritti d'autore e se l'autore ritiene di avere solo diritti, beh, il diritto di mettere uno stop alla disponibilità di farmi prendere per il culo decido di esercitarlo, il cofanetto non lo compro di certo.

E ragionando di questo mi sono imbattuto in questo video, che vi consiglio di guardare (tra l'altro il ragazzo parla un inglese chiarissimo, è un'ottima occasione per farci l'orecchio) almeno per la prima parte, in cui si affronta il tema del copyright da un punto di vista "evolutivo".

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