martedì 5 luglio 2011

Trentacinquemila

Marco studia. Quelle carte solo due mesi fa non volevano dire un cazzo, un mucchio di righi, pochi colori, tratteggi, simboli...Si era detto che sarebbe servito studiare ingegneria elettroqualcosa, si era detto che forse così avrebbe potuto provvedere alla sua famiglia, a tutti i suoi fratelli. Che vita di merda, perché Alessio doveva ammalarsi? Per quale motivo servono tutti questi soldi per curarlo? Perché suo padre è finito in galera? Ha solo detto quello che pensava! Per quale cazzo di motivo li hanno cacciati di casa? In qualche modo avrebbe potuto pagare, quella era casa sua. Marco guarda la foto con le sue sorelline più piccole, Marta e Serena, uccise all'ultima manifestazione, 12 anni, due gemelle dai capelli del colore del grano estivo, pettinati come il vento pettina quest'ultimo. Non riuscirà mai a dimenticare quegli occhi, verdi quelli di Marta, azzurri quelli di Serena, due bambine così diverse e così perfettamente raccontate da una sola foto, Serena lo abbraccia e lo guarda con occhi sognanti, Marta gli si arrampica addosso e ride di un riso che più contagioso è difficile immaginarselo.
Riprende le carte, arrotola il primo foglio, formato A3, ormai un po' sporco, un oggetto che racconta di non essere stato letto, ma vissuto. Studia il secondo foglio e si gira a controllare i circuiti. Sembra tutto a posto. Arrotola il secondo foglio. Il terzo A3 è una mappa. Beh, Marco l'ha decisamente personalizzata, ha attaccato la foto di suo padre, delle sue sorelle, ha attaccato la foto di sua madre, prima dell'ospedale, si è scritto diverse cifre, alcune in euro, altre in dollari, sottrazioni, tante somme, qualche rapporto; la matematica gli piaceva tanto a scuola, almeno fino a quando non è rimasto lui a doversi prendere cura della famiglia. Finalmente Eleonora è pronta per gestire i conti di tutti i fratelli e dell'ospedale della mamma. Niente soldi, ma qualcuno che saprebbe gestirli, Eleonora saprebbe portare Alessio a Seattle a curarsi se avesse quei venticinquemila dollari. E chi li ha mai visti questi soldi?
Marco ha studiato inglese per insegnarlo ad Eleonora, che ovviamente non poteva farlo in altro modo, sa che dovrà essere lei a portare Alessio a Seattle, lui non potrà farlo. Le ha detto e ripetuto che deve rimanere lui a casa. Non ha detto la stessa cosa a Riccardo, l'amico di una vita, a lui ha spiegato tutto. Tommaso l'hanno conosciuto insieme, Riccardo non ha ancora deciso di fare l'ultimo passo, Marco sì. Cos'altro potrebbe fare? Suo padre è in prigione perché parla, sua madre sta morendo in ospedale, le sue gemelle più piccole sono state uccise lo stesso giorno, la stessa ora, lo stesso minuto, con la stessa raffica ad alzo zero, Alessio morirà se lui non farà niente. Gli rimane Eleonora, porterà Alessio a Seattle e una volta lì forse le cose potrebbero andare meglio.
Arrotola la carta leggendo per l'ultima volta venticinquemila scritto sotto la foto di Alessio e la cifra più sotto, trentacinquemila. Con diecimila dollari Eleonora sa prendere i biglietti per Seattle e può tirare avanti per un po'. Il the è pronto, prenderà un the con lei, come ai tempi in cui lo preparava la mamma. Prima deve sbaraccare tutto e preparare lo zaino. Butta le carte nel fuoco, chiude la Bibbia, mette la bomba nello zaino, lo chiude. Prenderà l'ultimo the con Eleonora, saluterà Alessio, andrà a farsi saltare in aria e spera che quei trentacinquemila dollari che domani daranno a lei, basteranno per far avere ad almeno due dei suoi cari la vita che meritano.
Poco importa se invece che Marco, si chiama Hamed.

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