martedì 8 febbraio 2011

L' insostenibile leggerezza dell'apparire.

Oggi mi hanno colpito due notizie, che paiono estremamente diverse tra loro ma che riflettono una società molto triste, votata al successo a tutti i costi, dove contano solo successo, fama e soldi, in un vortice di vite machiavelliche (nel senso più spicciolo dell'aggettivo) che riducono la società a mero apparire.
Un pazzo e una cialtrona.

Cominciamo dal pazzo.

"Riccò mi ha detto di aver
fatto un'autotrasfusione"


Per i problemi estremamente gravi ai reni che ha avuto può darsi ci sia pure dell'altro, ma il punto resta lo stesso. Sorvolando sulla deontologia professionale dei medici che credevo vietasse di rendere pubbliche notizie del genere ma solo il quadro clinico del paziente, si arriva al punto di un uomo che evidentemente (per carità, possono essersela inventata il giornalista o il medico, ma ci credo poco) per il successo, per la fama, è disposto a giocarsi la vita. Il ciclismo, che ne dica il bove calciofilo popolo italico, non è più sporco degli altri sport (se nel calcio contassero i piedi, Maradona sarebbe tutt'oggi il più forte del mondo, invece il pallone è uno, e se c'arrivi per secondo, i piedi buoni te li cacci), combatte il doping, e sta vincendo, lo si vede da quante teste coronate saltano e dal fatto che i ciclisti si riducono al "fai da te". Ma è qui che arriva il dramma culturale: uomini che per il successo sono disposti anche ad arrangiarsi da soli, con pratiche per le quali sarebbe bene essere almeno infermieri, conservando sacche di sangue in frigoriferi da cucina, facendo endovenose da soli; disposti a rischiare la vita per non essere "uno dei tanti", Riccò evidentemente non poteva accettare di vincere un paio di corse e arrivare a centro gruppo (diciamo che un po' di ottimismo verso Cunego e Popovych lo riesco allora a coltivare), ha deciso che il successo e i soldi fossero l'unico obiettivo che potesse avere un senso perseguire, ha messo sul piatto anche la vita, adesso se ne tornerà a casa, per fortuna del ciclismo ma soprattutto sua.

Sara Tommasi accusa Mora
“Drogava le ragazze”
Il secondo esempio di giornata è la famosa laureata alla Bocconi che ha stabilito che per successo e soldi la via giusta sia chiedere l'elemosina distribuendo organi genitali.
Almeno la zoccola (le Escort sono altra cosa, qui si parla di mignotte) fa un lavoro (per quello che riguarda chi scrive, assolutamente rispettabile) e chiede soldi in relazione alla prestazione offerta, ogni prestazione richiede un pagamento in denaro, sempre uguale per tutti i clienti e per ogni prestazione, ormai invece oggi si vive in un mondo dove si prova col sesso ad ottenere qualcosa, qualunque cosa, supplicando, non si attribuisce un valore alla prestazione, semplicemente si spera che possa portare a qualcosa.


Ormai nel paese del Berlusconismo esiste solo il successo e allora la laurea vai a capire come la ottieni (di certo fossi il rettore della Bocconi pagherei profumatamente perché laureati di tal guisa tacessero i loro trascorsi accademici), e poi salta di letto in letto sperando di ottenere qualcosa. Non hai un tariffario, vai con Ronaldinho e cerchi di farti pubblicità, poi allora cerchi la pubblicità con Balotelli che dice, parafrasando, "Ma che fidanzata???io me la sono scopata una volta e che non si azzardi a richiamarmi!", nel frattempo vai a distribuirla ad Arcore sperando in qualche Show, o qualche fiction. Mai presa in considerazione l'idea di provare a far valere quella laurea nel mondo del lavoro, perché anche il miglior posto da top manager in una multinazionale non vale il successo, tanto poi i soldi attorno al successo ci girano lo stesso. E allora speriamo che darla a questo o a quell'altro mi faccia notare, che darla a Lui mi permetta di entrare in qualche fiction, in un cinepanettone, in qualunque porcata purché abbia tanti spettatori.

Le vittorie per raggiungere il successo, ma anche i soldi, a qualunque costo, anche della vita.
I media per raggiungere il successo, ma anche i soldi, a qualunque costo, anche della dignità.

Due storie tanto diverse quanto identiche, due fotografie di un paese ormai morto, dove l'apparire ha definitivamente vinto sull'essere. Perché come si può "essere" se non si esiste (morendo) o non si rispetta se stessi (supplicando un po' di successo utilizzando il corpo)?


Sara Tommasi laureata alla Bocconi. Bocconi era la posizione.

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