sabato 2 ottobre 2010

AttentaMento.

Sì, perchè ascoltando attentamente...
E' di ieri mattina questa notizia che mi ha lasciato fin da subito perplesso. Ci sono quelle notizie che a chi si interessi un minimo di informazione in Italia puzzano subito, fanno sentire che c'è qualcosa di strano. Dai tempi di Igor Marini i casi non sono pochi, forse il caso più eclatante è stato Farina con il Niger Gate.

Fallito agguato contro Belpietro

Un uomo armato vestito da finanziere si è introdotto nel condominio in cui abita il direttore di Libero. Il capo della sua scorta ha sventato l'agguato

Se un uomo della sua scorta a fine turno non fosse sceso per le scale ma avesse preso l’ascensore, probabilmente Maurizio Belpietro, direttore di Libero, sarebbe diventato la vittima di un attentato.

Ieri sera, intorno alle 23, il giornalista è rientrato nella sua casa in un condominio del centro di Milano in via Monti di Pietà, dopo una giornata a Roma. Sul pianerottolo di casa ha salutato la sua scorta, che lo accompagnano da otto anni. A quel punto, il capo degli agenti ha scelto di scendere a piedi: “Ci siamo salutati ma lui poi mi ha spiegato che invece di prendere l’ascensore ha preferito scendere le scale per fumarsi una sigaretta – ha raccontato il giornalista all’Ansa. Sulla rampa tra il quinto e il quarto piano si è imbattuto in questa persona. L’uomo – vestito con una pettorina della Guardia di Finanza – ha puntato la sua pistola contro l’agente, ma si è inceppata e così il capo della scorta è riuscito a sparare due colpi di avvertimento e un altro successivo, mettendolo in fuga.

L’attentatore è riuscito a fuggire anche perché il condominio ha diverse uscite. Non sono state trovate tracce di sangue sul luogo. Sulla vicenda indaga la Digos e la squadra mobile. Nel tardo pomeriggio la questura di Milano ha realizzato l’identikit del presunto aggressore del caposcorta di Maurizio Belpietro sulla base della testimonianza dello stesso poliziotto. L’immagine raffigura un uomo di corporatura massiccia, circa 1,80, occhi scuri, pupille dilatate, naso grosso e di probabile cittadinanza italiana.

“Sulle prime ho pensato a dei libri che cadevano da una mensola, poi ho capito che erano spari – ha detto Belpietro – Certo che se avessero bussato alla mia porta, poco dopo che mi avevano accompagnato, avrei aperto e non so come sarebbe andata a finire”.

“Minacce? Certo mi arrivano. Qualche tempo fa al giornale una persona cercò di introdursi nella redazione”. L’episodio risale al 30 gennaio scorso, quando un uomo entro nella sede di Libero e disse di voler pestare a sangue il direttore. “E quello di gennaio non era un pazzo, tanto che non gli hanno fatto il trattamento sanitario obbligatorio”, ha detto stamane a Mattino 5, aggiungendo che “prevale il senso di ingiustizia”: “perché in questo paese non è possibile sostenere delle opinioni senza pagare con paura e minacce?”.

In trasmissione ha anche detto di essere uno dei pochi direttori sotto scorta, insieme ai colleghi Vittorio Feltri ed Emilio Fede: “siamo tutti dell’area moderata e non sono casi: sostenere idee contro la vulgata corrente si paga anche da questo punto di vista, con la limitazione della libertà”. Per Belpietro, quanto successo ieri dipende anche dal clima politico avvelenato: “il clima conta: basta navigare su certi siti per trovare non polemiche, ma minacce di morte come ‘mi piacerebbe ammazzare lui e la sua scorta’. Tutto questo mi mette inquietudine, non capisco quale reato ho commesso per meritare addirittura una condanna a morte”.


Fonte.


A fermarsi a riflettere su cosa sembri strano viene da interrogarsi su diversi punti:

1-L'attentatore non aggredisce per strada a caldo, ma prepara un agguato, un'irruzione, denota una certa freddezza, o quantomeno premeditazione;
2-L'attentatore o riesce ad entrare dopo le 23 in un condominio o entra prima e si apposta. In entrambi i casi dimostra freddezza, nel saper come entrare di notte in un condominio in cui sia appena entrata una scorta armata o nell'avere la pazienza di aspettare;
3-Se in particolare l'attentatore è entrato prima, come pare, verrebbe da chiedersi per quale motivo aspetta sotto il piano dell'obiettivo e non sopra, non serve un genio per fare una scelta del genere, basterebbe anche solo aver visto un film nella vita;
4-Questo attentatore a due velocità, freddo prima ma che si piazza poi nel piano sbagliato, ha un'opportunità: se sei al piano di sotto ti possono beccare, è una scelta idiota, ma puoi sembrare uno che sale le scale, lui invece appena vede l'uomo di scorta estrae l'arma, per quale motivo?
5-L'attentatore nel pianificare l'ingresso e l'appostamento si è dimenticato di controllare che la pistola funzionasse?Sono così frequenti le pistole che si inceppano nel 2010?E un attentatore che elabora un piano non la pulisce?Non la prova?
6-Il caposcorta, si immagina agente addestrato, si trova di fronte un uomo armato la cui arma si inceppa, che quindi si troverà spiazzato dal malfunzionamento e lui, in posizione dominante da sopra le scale, non riesce a disarmarlo, estrae l'arma e non riesce a colpirlo, lo insegue, o forse no, e lo perde, e nel frattempo anche il collega non si sa che fine abbia fatto ma perde il fuggitivo anche lui.

Io se vedo un film in cui succede una cosa del genere mi lamento dello sceneggiatore che ha creato una situazione completamente surreale e per niente plausibile.
Poi tutto è possibile, ma se viene fuori che questo era un attentato vero, e a Belpietro (che l'attentatore non ha manco visto, estraendo l'arma contro l'agente), è la volta che mi metto a dieta sul serio!!!

Belpietro: “Pago per le mie idee”. E infatti non ti è successo niente. (spinoza.it)

In tutto questo, ci son da pagare due agenti di scorta in più, e già abbiamo visto quanto si meritino lo stipendio i primi due, che non riescono manco a fermare un pericoloso assassino cui si inceppa l'arma...Questi risultati come agente di scorta li so raggiungere anche io.

Il malintenzionato è stato sorpreso dalla scorta. E anche noi. (spinoza.it)

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