mercoledì 11 agosto 2010

E' uguale

Guardando la rassegna stampa di ieri come al solito sono stato colpito da Il Giornale. Non nascondo di provare una certa tristezza ogni qualvolta penso al quotidiano di Montanelli finito in mano a Feltri, Belpietro e Giordano, ma certamente il primo sentimento è sempre l'incredulità.

Notevole il tagliando tipo lotteria "Firma per chiedere le dimissioni di Fini", si potrebbe dire "lodevole questo spirito quasi inquisitorio nei confronti di chiunque sia poco pulito" poi verrebbe da chiedersi: non si vedono indizi di reato in questa vicenda, ma pochi mesi fa Mills è stato condannato in appello per essere stato corrotto da Berlusconi per dare falsa testimonianza in un processo per corruzione, il che, per una persona normale significa che Berlusconi ha corrotto Mills (condannato per essere stato corrotto da Berlusconi) ed ha corrotto la Guardia di Finanza (altrimenti perché corrompere Mills perché desse falsa testimonianza?); e le dimissioni si chiedono di Fini?mah...

Ma la cosa che più mi interessa è la continua similitudine tra la vicenda di Fini e quella di Scajola. Ho deciso di provare a leggere qualcosa di una faccenda che mi sembrava assolutamente inconsistente.



'Fini come Scajola': 'Il Giornale' commenta così, con titolo a tutta prima, la vicenda della casa di Montecarlo in possesso del fratello della compagna del presidente della Camera.


La notizia.

Ero partito con un'idea su questa storia monegasca: una vecchia fascista muore e lascia in eredità ad AN, il partito che a lei pareva essere il più fascista del palcoscenico politico (e ci vuole un bel coraggio a definire politica questa baracconata che si vede in Italia), a quel punto la casa è del partito. Vogliamo semplificare? La casa è di Fini, ci sta dentro un suo parente. L'unica forzatura mi pare possa essere che la casa sia di Fini. Non è sua, è del partito, si lamentino gli altri del partito se l'affitto di quella casa non entra nelle casse dello stesso, ma in ogni caso, ad un cittadino italiano cosa importa?
A me una morta che lascia in eredità un immobile ad un partito pareva molto diverso da un imprenditore, vivo e attivo, che paga 900'000 euro ad un ministro del governo di cui fa parte quel Bertolaso grazie al quale questo imprenditore sembrerebbe fare affari d'oro ben al di là di quanto sembrerebbe normale aspettarsi da un imprenditore del genere.
Un'eredità per semplice logica non può prevedere un concetto di do ut des, do et basta, perché sono morto, quindi non voglio niente in cambio. Pare più difficile pensare che io dia 900'000 euro ad un ministro incosapevole così, per mecenatismo, e pare difficile credere che la cosa sia completamente scollegata da quel Bertolaso che come capo della Protezione Civile può muovere tutti i miliardi che vuole in deroga a qualunque legge.

E leggi che ti rileggi io alla fine sono giunto esattamente alla stessa conclusione.
E' mai possibile che il giornalismo in questo paese sia sceso così in basso?
Che si possa pensare che ormai l'italiano si beva di tutto purché sia messo in forma di slogan?
Com'è possibile presentare le due vicende, Fini e Scajola, come se fossero simili?

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