martedì 7 giugno 2011

Referendum 12-13 Giugno 2011

Alla fine ho deciso di prendere in esame anche io la questione di questi referendum, sorvolando sul fastidio, spesso disgusto, personale per chi non si rechi alle urne per qualsiasi occasione e soffermandomi su di un quesito referendario solo: Terzo Quesito, Scheda Grigia, Energia Nucleare.

Il punto che mi interessa prendere in esame è però quello economico, che non viene mai preso in considerazione per lasciare spazio a quello, più emotivamente indirizzato, della sicurezza.
Parto quindi dal presupposto che anche cento centrali nucleari in Italia non farebbero non solo un morto, ma neanche un mal di pancia. Presupposto fondamentale a tutto il mio ragionamento.

Ad oggi si sostiene nel dibattito televisivo italiano che l'energia nucleare sia la più conveniente considerando il rapporto costo/kWora e gira che ti rigira ho cercato di capire come si possa essere tanto sicuri di quale sia il costo per un'energia tanto complessa.

Il prezzo energia cosa comprende dei costi fissi? Bene, comprende i costi di costruzione, dismissione, gestione e costruzione del deposito di stoccaggio, il tutto ammortizzato in 40 anni. A proposito di questo vorrei postare un video:




Negli Stati Uniti si stima di spendere 368 milioni per dismettere una centrale (che nel frattempo è stata chiusa per 10 anni a non far niente se non far guadagnare stipendi da ingegneri a persone che fanno quasi i custodi) e invece se ne spendono 508: il 27,5% in più di quanto stimato. Negli USA.

In Italia, dove abbiamo visto per il G8 della Maddalena che il costo di un'opera può lievitare del 50% o del 100% se ci mettono mano Bertolaso & Co., rendiamoci conto di cosa questo può voler dire: in Italia il costo di costruzione e dismissione di una centrale può essere X o 2X e non c'è alcun modo di sapere quale valore, all'interno di un divario del 100% possa essere.
Già mi basterebbe questo per chiedermi come cavolo si faccia a dire che esiste un prezzo per l'energia da vendere sul mercato, se la struttura può costare tutto e il contrario di tutto.

Altro capitolo: i capitali iniziali. A quali tassi si prestano i soldi per una centrale nucleare? Siamo in un paese a fortissima presenza antinuclearista, dove cioè un cantiere sarebbe bloccato da sit-in di comitati contrari un giorni sì e l'altro pure, una banca sa di dover mettere in preventivo un allungamento di tempi enormi, e quindi il rischio che la centrale non entri in funzione nei tempi adatti a rientrare del debito. Il problema è che nelle stime del costo del KWora si calcola un costo di costruzione "overnight" e cioè come se la centrale fosse costruita in un minuto, si calcolano le ore di manodopera ma come se fossero concentrate nell'istante di tempo. Questo evidentemente non succede, particolarmente in Italia, dove una centrale non ha alcuna possibilità di essere conclusa in meno di 10 anni, e in questi 10 anni pur non considerando tutto il resto, c'è l'inflazione...
Altro elemento che rende assolutamente impossibile preventivare il costo dell'energia.

In questo panorama nei costi generalmente si comprende la realizzazione di un impianto fuori terra per lo stoccaggio delle scorie, anche perchè l'interramento geologico in un paese come l'Italia viene da pensare che sia assolutamente criminale.
Le scorie per tornare ad un livello di radioattività naturale impiegano circa 20'000 anni, come si vede in tabella:


E l'idea dovrebbe essere quella che una struttura in Cemento Armato duri 20'000 anni...
Il che significa che una struttura del genere dovrebbe essere costruita almeno 100 volte, considerandone come plausibile l'integrità per 200 anni.
Un'obiezione potrebbe essere: sì ma con la tecnologia si troverà il modo per abbatterne la radioattività: è già possibile, ci vogliono 40 anni circa, ma soprattutto, la cosa non è gratuita.

Altri costi assolutamente non messi a preventivo.

Poi sorvolando sulle assicurazioni, che dopo Fukushima sono in grado chiedere polizze maggiori, si arriva agli incidenti.
Ripeto: nessuno si fa male, neanche un mal di pancia.
Ci sono diverse cose da considerare:

1-Esplode un reattore, nessuno si fa male (lo ripeterò all'infinito), in seguito ad un terremoto. Ci sono da ricostruire strade e ferrovie, occorre molto più tempo, e denaro, perchè questo deve essere fatto in sicurezza, con operai a turni ridotti, macchinari continuamente decontaminati e probabilmente alla fine dei lavori smantellati. Quindi costi altissimi e tempi estremamente lunghi, che significano paese fermo senza infrastrutture e altri costi altissimi.

2-Incidente nucleare, magari non gravissimo, in piena pianura padana, si può arrivare senza problemi a 50 kmq di territorio non più coltivabile o destinabile a pascolo: milioni e milioni di danni; altri soldi.

3-Si arriva alla questione che più mi pare trascurata: l'Italia è il paese più bello del mondo grazie alla storia dell'arte e dell'architettura e ad un paesaggio strepitoso. C'è un paese ogni 5km. Di Pripyat ho parlato da poco, città fantasma, non sarà mai più abitata; era una città socialista sovietica di nessun tipo di esclusività architettonica. Si riesce a pensare a cosa vorrebbe dire, per una fusione come quella di Fukushima o Chernobyl, perdere per sempre Cortona, San Gimignano, le Cinque Terre, la costiera amalfitana, il Parco Nazionale dell'Abruzzo, le Dolomiti, o qualunque altra piccola perla di città o ricchezza naturale? Si riesce a pensare cosa vorrebbe dire perdere Siena, Firenze, Venezia? E non solo a livello economico.

E tutto questo scenario è realizzabile non prima del 2025, quando potrebbe verosimilmente aprire la prima centrale nucleare italiana se il programma nucleare partisse DOMANI.
Quindici anni. Nel 1996 chi aveva l'accesso ad internet nelle case? Chi pensava che un'automobile oggi avrebbe parcheggiato al posto suo? Che i nati oggi in vita loro non sapranno neanche cosa sia stato il CD quando nel '96 sembrava l'alba di una nuova era.
L'Italia rimarrebbe per quindici anni in stand-by quando c'è l'assoluta certezza che in questo periodo sarà pronto un nuovo modello di centrale nucleare, più efficiente, più piccolo, meno costoso. Quindici anni in cui si può insegnare a non sprecare energia, si può costruire con nuove tecnologie per ridurre gli sprechi, la tecnologia del fotovoltaico andrà avanti (già ad oggi con delle nanotecnologie pare si possa, a basso costo, aumentare del 30% l'efficienza degli attuali pannelli) ed è installabile in due mesi, non in quindici anni, si possono sperimentare meccanismi di accumulo e di gestione domanda/offerta, si può rendere più efficiente la rete e far comunque viaggiare meno l'energia, che viaggiando si disperde.

In conclusione imbarcarsi oggi nel nucleare in Italia non ha alcun senso neanche da un punto di vista prettamente economico. E' proprio la logica che lo rende stupido, la totale imponderabilità dello scenario che si può prefigurare.

E chiudo con una semplice tabella che indica come, se pur ignorati nel dibattito televisivo italiano da gente come Chicco Testa (che ci tiene a far presente che per l'incidente di Chernobyl 4000 bambini si sono beccati un tumore alla tiroide ma solo 15 sono morti, quindi non è poi così male...) o Franco Battaglia (questo qui)



, il fatto che l'energia nucleare sia la più conveniente non pare così dato per assodato.



Alcune notizie si trovano facilmente qui.


Buon voto a tutti.

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