sabato 30 aprile 2011

Trenta minuti

Gli salta al collo e lo abbraccia con una forza tale da farla sembrare sincera, è il quinto negli ultimi venticinque minuti.
Lui siede scomposto su di una sedia inutilmente scomoda già di suo, non sono gli stessi occhi di cui si è innamorato.
I minuti sono trenta, il collo appena assaltato è il settimo, dietro baci, abbracci, risate non è più particolarmente complicato leggere quel senso di incompiutezza che forse lui ha notato già da tempo, quel bisogno di sentirsi apprezzata dal maggior numero di persone, come una vecchia ragazza che, passato il proprio momento, spera di farsi amare vendendo la propria dignità in qualche reality show. Lei si gira a guardarlo, lui le regala un sorriso tanto amaro da gelare il sangue, lei non se ne accorge neanche. Domani, passata la sbornia, finalmente la lascerà. Lei non piangerà neanche.

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