mercoledì 15 ottobre 2008

Senza storia

Accavalla distrattamente le gambe mentre voltandosi di lato lascia intravedere sul tavolo un astuccio rosso ineludibilmente più vezzoso che funzionale.
Non è interessata a quella voce, che appare più lontana di quel che è, che racconta senza passione storie già senza storia. Non è interessata ma prende appunti con la frenesia di chi non possa farne a meno, una frenesia tanto incomprensibile quanto inconciliabile con il distratto e naturale linguaggio del corpo.
Lascia piccoli disegni sul banco; una linea dopo l'altra prende vita un buffo personaggio che ricorda neanche troppo da lontano quei personaggi macrocefali dei cartoni animati giapponesi e indossa una sciarpa uguale a quella della sua creatrice, ma la indossa con un'allegria che a lei non appartiene.
Che proietti su quel buffo alter ego il desiderio di quella spensieratezza cui non riesce ad abbandonarsi? Forse ricorda stessa in un passato che evoca rimpianti; forse rimorsi. Sempre che non sia semplicemente annoiata, come chi scrive di lei senza riuscire a prestare attenzione ad una voce, che appare più lontana di quel che è, che racconta senza passione storie già senza storia.

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