lunedì 21 dicembre 2009

Facebook-Capitolo II

Oggi, come promesso, torno su Facebook, e lo faccio rapidamente, visto il poco tempo a disposizione. Lo faccio copiando l'intervento dell'amico Vanni con cui lui stesso ha deciso di abbandonare il social network più di moda al momento. Mi colpì subito questo intervento per la semplicità con cui Vanni è riuscito a spiegare in poche parole un concetto tutt'altro che banale.

4 febbraio 2009 - A qualche mese dalla riattivazione del mio Facebook, ho deciso di chiuderlo di nuovo, e per sempre. Da tempo non accetto inviti alle varie applicazioni, e la settimana scorsa ho lasciato tutti i gruppi e tutte le cause, ma sento che non è abbastanza. Tra due giorni, giusto il tempo di ricevere comunicazioni urgenti, se mai ci fossero, chiudo.
Alla base di questa decisione ci sono diverse riflessioni.
Per cominciare, trovo disgustoso il modo in cui Facebook tratta i propri utenti e i loro dati, e sospetto il modo in cui è organizzato (per chi volesse approfondire, questo video http://www.adbusters.org/abtv/do_you_have_facebook.html è molto istruttivo). Tra l'altro vivo ancora nella convinzione un po' retrò che se un'azienda di rilevazione statistica vuole i miei dati per venderli ai suoi clienti, dovrebbe pagarmi!
Secondariamente, mi fa schifo il modo in cui lo strumento, per le sue caratteristiche intrinseche, trasforma le persone in spie. Tutti a spiare colleghi, amanti, amici, amici di amici ed ex-morosi... Bah! A questo si aggiunge il fatto che Facebook agevola pure gli spioni di stato (i quali, in un paese ridotto al medioevo morale come il nostro, non hanno di meglio da fare che andare a rompere le palle a gente iscritta a gruppi anti-Brunetta o altri che sono chiaramente delle boutade).
Al terzo posto nella mia personale lista di orrori, il vuoto mentale che si respira da queste parti. Anche i soggetti più intelligenti - e sapete che tra i miei amici ce ne sono tantissimi, uno di loro probabilmente sei proprio tu che leggi - qui paiono trasformarsi in una informe massa di cretini, tutti frasette e commentini. Dal momento che non mi reputo più intelligente di voi, deduco che evidentemente anch'io subisco questo effetto, e la cosa quasi mi spaventa.

Vale la pena spendere due parole anche per il sistema delle "cause"... Non ho dubbi che siamo tutti contro le torture ai monaci birmani, a favore del risparmio energetico e della legalizzazione della canapa medica, nonché contrarissimi al fatto che delle piccole dolci inermi foche vengano prese a badilate in testa, tuttavia mi pare anche che nessuno abbia cominciato a darsi da fare dopo aver aderito a una causa o un gruppo di Facebook... le proprie convinzioni, anche le più nobili, qui si riducono a miserevoli spot di noi stessi.
Certo, Facebook "ti mette in contatto con le persone della tua vita"... peccato che in contatto con voi ci sono già con altri mezzi! A questo si aggiunge, nel mio caso, la totale inutilità commerciale del servizio. Se il MySpace - per chi come me promuove i propri lavori in rete - ha una certa utilità, Facebook ne è privo in quanto solo raramente mette in contatto con persone nuove.
C'è infine la consapevolezza che, di sapere cosa sto facendo o come mi sento ogni tre minuti (tra l'altro: davvero il nostro mondo interiore si può ridurre a una frasetta? Davvero il meglio che possiamo fare con la nostra arguzia, ironia, cultura è cagare una bella frasetta ogni giorno?) non gliene freghi nulla a nessuno.

Tutto questo mi porta a decidere, con gran gioia, di chiudere il mio Facebook nelle prossime 48 ore, e, pensate, senza aver ancora provato la soddisfazione di taggare qualcuno in una foto in cui è venuto malissimo!


Vanni Santoni
Qui il commiato di Vanni Santoni.

 Traggo lo spunto per tornare a consigliare il libro "Gli interessi in comune" e il blog di Vanni, che trovate nell'elenco link qui a destra.

I miei contributi su Facebook, li rimando a data da destinarsi, spero non molto lontana, ma non è periodo in cui riesco ad organizzare un lavoro piuttosto grosso quale quello che sto cercando di fare.