domenica 30 novembre 2008

Scaccia tu che scaccio io

Il magico pacchetto scaccia crisi non prevede, come in Francia o in Germania, e come ci si aspetterebbe, finanziamenti straordinari all'università o abbassamento dell'iva, o del cuneo fiscale, manovre che facilitino i consumi, restituiscano potere d'acquisti a salari e pensioni, favoriscano le assunzioni, l'economia reale, l'imprenditoria e non la rendita finanziaria, no: il nostro pacchetto scaccia crisi prevede la social card che offre pochi soldi (va beh, meglio che niente) a qualcuno (e 7,5 milioni a Mastercard per l'operazione), che magari avrebbe preferito avere un aumento di stipendio, e una piccola norma davvero meravigliosa, e cioè l'innalzamento al 20% dell'iva per la pay tv.

"In una fase di crisi economica i governi lavorano per trovare una soluzione che aumenti la capacità di spesa dei cittadini e sostenga la crescita delle imprese con l'obiettivo di generare sviluppo e nuovi posti di lavoro. Ad esempio, questa settimana, il primo ministro inglese Gordon Brown ha annunciato una riduzione dell'Iva dal 17,5% al 15%. Ieri il governo italiano ha annunciato invece una misura che va nella direzione opposta: il raddoppio dell'Iva sugli abbonamenti alla pay-tv dal 10 al 20%".
Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia.

La notizia.


Ora, niente di male a tassare normalmente le pay tv, ma perché far passare per misura scaccia crisi una cosa che non fa altro che complicare la vita all'unico concorrente credibile dell'azienda regina del presidente del consiglio?

E' più che palese il perché rientri proprio nel pacchetto anti crisi questo provvedimento, e cioè perché in un momento di difficoltà può darsi che anche per quei soli 50 euro all'anno qualcuno decida, più "spaventato" dall'idea del raddoppio dell'iva che dalla spesa reale, di disdire, o non sottoscrivere, un abbonamento all'unico concorrente di Mediaset e all'unico tg che prova a fare informazione, un'informazione che, ad esempio evidenzi che nessuno al mondo contro la crisi si preoccupa di queste cretinate, taglia l'ici ai ricchi e spende 4 miliardi pubblici per regalare Alitalia ai propri amici che la rivenderanno alla stessa Airfrance che l'avrebbe pagata il doppio e in regime di concorrenza ad Aprile.
Anche perché ai conti dello stato questo giochetto porta 200 milioni, che per uno stato sono spiccioli, cifre simili sarebbero recuperabili razionalizzando i costi della politica (Brunetta non è l'unico che per andare a Strasburgo vola Ryanair e prende il rimborso per la business Alitalia); questi 200 milioni non cambiano nulla all'Italia, ma sono troppi perché Murdoch possa accollarseli abbassando gli abbonamenti di quei 4 euro che pareggerebbero i nostri conti...

E' il solito giochetto del faccio una cosa e le do un altro nome, giochetto decisamente irritante, una legge che portasse l'iva al 20% sulle pay-tv era giusta, come era giusto dare anche a me che ho il decoder di SKY il contributo pubblico, come avvenuto per il decoder per il digitale terrestre (tecnologia già morta il giorno della sua adozione in Italia -Gasparri, 2003- quando gli usa l'avevano già abbandonata perché obsoleta), una manovra di questo tipo in questo momento, in cui si prevede una contrazione massiccia della pubblicità in TV pare esclusivamente volta a scacciare la crisi sì, ma da Mediaset, sulla stessa linea delle cause intentate a Youtube.

Pare che qualcuno cominci ad essere nervoso di fronte al crescere delle possibilità informative concorrenti o, per essere precisi alle prime possibilità di informazione che compaiono in questo paese, e cioè Internet e, se pur in piccolo, SKY.


lunedì 24 novembre 2008

Finalmente qualche passo verso la civiltà...

...in Spagna



Spagna: via crocifisso in una scuola
Per prima volta giudice accoglie ricorso associazione laica

(ANSA) - MADRID, 23 NOV - Per la prima volta in Spagna una sentenza di tribunale si e' pronunciata contro la presenza del crocifisso in una scuola pubblica.Il tribunale ha imposto la rimozione. Trent'anni dopo la fine della dittatura franchista, che aveva elevato il cattolicesimo al rango di religione di stato,un giudice del tribunale di Valladolid ha ordinato a una scuola pubblica della città settentrionale di rimuovere i crocifissi affissi alle pareti,malgrado la posizione contraria del consiglio scolastico.

L'agenzia ANSA.


Madrid, 22 nov. (Adnkronos) - Un tribunale amministrativo spagnolo ha ordinato con una sentenza la rimozione del crocifisso da una scuola pubblica di Valladolid. Lo riferiscono i media spagnoli, ricordando che a chiedere la rimozione del simbolo cattolico erano stati nel 2005 alcuni genitori degli studenti dell'istituto Macias Picaeva. Secondo il magistrato che ha emesso la sentenza, l'esposizione di simboli religiosi in un centro educativo violerebbe "i diritti fondamentali" sanciti dalla Costituzione in materia di uguaglianza e libertà di coscienza.

L'agenzia Adnkronos.


Non siamo mai stati e non saremo mai i primi a percorrere qualche passo sulla strada del rispetto e dell'eguaglianza di tutti i cittadini; non lo si può pretendere nel paese del Lodo Alfano, delle leggi "ad personam", di decreti, leggi e indulti atti a tutelare i delinquenti coi soldi, dove si chiamano diritti i privilegi concessi a pochissimi, figuriamoci a tantissimi, ma forse si potrà in un futuro libero dalle cariatidi che oggi comandano e dalle giovani leve che sarebbe meglio si occupassero di leve solo per levarsi dai coglioni (Gelmini, Carfagna), sperare in qualcuno che al grido di "we can change" riesca semplicemente a copiare i paesi civili. Perché purtroppo, vivendo 30 anni indietro rispetto alla civiltà, anche solo copiare in ritardo dagli altri è un grandissimo passo avanti, non c'è neanche bisogno di particolare inventiva, basta copiare.

Per la serie "Costanzo, se ne sentiva il bisogno": Le Grolle 2008

Radio Grolle: ascolti flop. Lo Zoo di 105 contro l’evento


E’ raro vedere programmi tv dedicati al mondo della radio, ma ora che anche Mondadori è entrata in questo business, qualcuno ha pensato bene di creare anche un programma ad hoc per premiare conduttori, conduttrici e non solo.. ed ecco Radio Grolle 2008, come premiare le radio senza passare dal loro pubblico. Sì, perché i premi sono stati assegnati da una giuria presieduta da Maurizio Costanzo con: Alfonso Signorini – Direttore CHI - TV Sorrisi & Canzoni; Mauro Coruzzi, in arte Platinette, conduttore radiofonico (Deejay); Felice Lioy – Presidente di Audioradio; Marco Minelli – Direttore Radio Kiss Kiss; Alessandro Montefusco – Responsabile area Radio Dimensione Suono; Franco Nisi – Radio Italia solo Musica Italiana; Francesco Perilli – Direttore Radio 101; Sergio Valzania - Radio 2; Angelo Baiguini, Direttore RTL 102.5. Una giuria composta da radiofonici (dove mancano rappresentanti però del Gruppo Finelco: Radio 105, Virgin Radio Italia e Rmc) e Alfonso Signorini che appartiene allo stesso Gruppo che è anche proprietario di Radio 101. Contro l’evento hanno detto la loro anche i ragazzi di due dei programmi più ascoltati d’Italia: lo Zoo di 105 con Marco Mazzoli e Tutto Esaurito con Marco Galli. Uno il programma più ascoltato del primo pomeriggio e l’altro il morning show numero uno. Due programmi che invece non hanno ricevuto nessun tipo di riconoscimento durante la manifestazione e, forse non a caso, l’evento è stato seguito da appena 339mila telespettatori, diventando in quella fascia il programma meno seguito della seconda serata, superati addirittura da La7. In gergo, praticamente un flop. Ma i premi a chi sono andati? Un esempio su tutti: migliore voce maschile dell’anno a Massimo Lopez (Radio 101). Peccato che ci siano conduttori storici (e non dell’ultim’ora come l’ex conduttore tv, senza nulla togliergli.. ci mancherebbe) che avrebbero meritato quel premio più di lui. Un cenno positivo invece al premio assegnato a Radio Norba come miglior radio locale: qui vanno i miei sentiti complimenti al direttore Alan Palmieri, un giovane talento che sta dimostrando le sue capacità e facendo crescere questa realtà del sud Italia.. bravo Alan! Un raro esempio di come la passione e la dedizione al mondo radiofonico si trasformano in risultati.


Volevo poi citare un post direttamente dal blog di Marco Mazzoli.

L'anno scorso le grolle non sono andate in onda in una televisione nazionale, ma di notte su un canale sfigato di Sky e i premi venivano decretati dagli ascoltatori che dovevano compilare una tagliando allegato ad un famoso settimanale.
Quest'anno hanno deciso di escludere il popolo e far votare: Costanzo, Platinette, Signorini e altri della tv o concorrenza...vi pare una giuria attendibile???
Tu non puoi premiare un programma o una radio perché piace a te, ma devi attenerti ai gusti del popolo e se il popolo e i dati d'ascolto parlano chiaro...hai già il risultato!!
Quest'anno, quando hanno deciso di mettere in piedi sta buffonata, hanno chiamato anche il proprietario di 105, radio Montecarlo e Virgin e dopo avergli spiegato come venivano premiati i programmi e i personaggi lui gli ha risposto:
"NO GRAZIE, IO NON MI PRESTO A QUESTA BUFFONATA, SE DOVETE PREMIARE I MIGLIORI PROGRAMMI NON POTETE SCEGLIERLI VOI, MA SERVE IL GIUDIZIO DEL PUBBLICO"!!! e ha deciso di rimanere fuori da sta farsa pazzesca!!!

A noi del premio non frega un cazzo, non mi cambia la vita, ne lo stipendio e credo fermamente che a chi ascolta il mio programma non fotta una sega se ho preso una radio grolla o meno, ma sappia giudicare da solo se quello che stanno facendo sia una schifosissima pagliacciata!!!

Signori miei, Massimo Lopez sarà un grande comico, ma secondo voi merita il premio: "Miglior voce"?? Ma non diciamo cazzate...ci sono fior fior di professionisti che meritavano quel premio, voci che hanno fatto la storia della radio e Lopez avrà fatto un po' di tv e 3 ore di radio, ma non merita il premio per la voce, cazzo!!! E come mai mancava tutta Radio Deejay??? Fargetta ha detto che ritirava il premio come produttore discografico e non come elemento di Radio Deejay, sarà forse perchè sua moglie era fra la giuria????!! Evidentemente anche Linus si sarà tirato indietro da questa stronzata di premiazione. Dai cazzo...io avrò insultato Linus un milione di volte in diretta, ma sono il primo a dire che un premio alla carriera era il minimo che potessero dargli, perchè un conto è giocare in diretta e sparare merda su tutti e un conto è la realtà e sembra strano che a lui non abbiano dato nessun tipo di riconoscimento.

Il miglior riconoscimento per il nostro lavoro siete voi. Voi ascoltatori...

la grolla me la faccio a casa, con gli amici, e mi spacco di brutto alla faccia di Costanzo e company!

Credo che lo Zoo non debba dare ulteriori spiegazioni a nessuno, le nostre soddisfazioni le abbiamo ottenute in quasi 10 anni di Zoo, le nostre battaglie le abbiamo vinte e di risultati ne abbiamo ricevuti abbastanza....forse anche troppi per i nostri gusti.

Se per voi Costanzo, dopo aver devastato la televisione, debba mettere mano anche nella radio e affondare anche quella....per me va bene...sono stracazzi vostri se un giorno non sarà più la radio che ascoltavate con piacere.


Io commenti da aggiungere non ne ho, se non l'apprezzamento per chi, come Marco Galli fa radio, e alla grande, da una vita e chi, come Mazzoli e tutto lo zoo, è riuscito a creare e riesce a proteggere un programma completamente diverso da qualunque altro. Tutto Esaurito e lo Zoo sono i due programmi più ascoltati delle rispettive fasce orarie, qualcuno è stupito che Costanzo non lo sappia?

martedì 11 novembre 2008

Striscia Bianca Continua

Sembra la prima volta per lui, la prima volta che vede passare un movimento così numeroso e rumoroso di ragazzi, ma la sua ammirazione tradisce il rimorso di chi ha vissuto fuggendo le controversie, rimandando le decisioni, lasciando ad altri l'onere e l'onore di prendere posizioni. Ha bordeggiato la vita e questa oggi gli chiede il conto e lo fa nel modo più inaspettato. Sapeva che sarebbe successo ma forse non si era mai fermato a pensare come; non si era certo mai aspettato che fosse possibile che un fenomeno quasi estraneo potesse inchiodarlo di fronte ai rimpianti di tante mattinate passate a letto quando avrebbe potuto invece prendere coscienza di sé e imporre con forza sé stesso. Incrocia lo sguardo risoluto di un ragazzino e si rende conto che anche determinare sé stesso come appartente ad una generazione sarebbe stato meglio che costeggiare la vita come la striscia bianca continua costeggia una lingua d'asfalto.

sabato 8 novembre 2008

Meta

Alza il pugno chiuso in un gesto più di spontaneo trasporto che di cosciente simbolismo, sfoggia un'espressione di combattente che non gli è propria ma sembra risoluto nel difendere i suoi ideali, anche se non è chiaro se siano suoi o solo presi in prestito. Forse non saprebbe dirlo neanche lui ma nel frattempo brandisce quel pugno mentre avanza deciso verso una meta meno chiara di quella geograficamente ben nota a tutti, ma meno sfumata che un tempo.
Non da l'impressione di avere piena padronanza della situazione ma marcia richiamato dalla paura che i suoi siano in difficoltà. Marcia col piglio del soldato pronto a lottare per i propri compagni.
Marcia e non è solo, non è solo e non si interessa dell'identità di chi gli sta vicino; non ne ha bisogno, non gli serve sapere chi siano per sapere che hanno bisogno di lui. E così mentre qualcuno gli rinfaccia di combattere con la testa vuota la battaglia di altri, lui combatte, a testa bassa, la propria battaglia per difendere chi combatte per lui.

venerdì 7 novembre 2008

Carinerie e Cretinerie

Venghino signori venghino al prestigioso circo Berlusconi.

"Ho detto a Medvedev che Obama ha tutto per andare d'accordo con lui: è giovane, bello e anche abbronzato". E' quanto afferma Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa al termine del vertice bilaterale italo-russo.
Montano polemiche in Italia, allora berlusconi ne viene fuori da par suo.

Una "carineria" e niente di più, la battuta sull'abbronzatura di Barack Obama. Quindi, rilancia Silvio Berlusconi, da Mosca, replicando alle prime reazioni dall'Italia sulle dichiarazioni in conferenza stampa con Dmitri Medvedev, se "veramente c'è qualcuno che pensa che non sia stata una carineria", peggio per loro. "Se scendono in campo gli imbecilli siamo fregati. Dio ci salvi dagli imbecilli". Il presidente del Consiglio nega con forza la gaffe. E aggiunge: "se hanno anche il torto di non avere sense of humor peggio per loro".
Ma effettivamente c'era da chiarire meglio.

''Perche'? C'e' qualcuno che ha obiettato? Uno puo' sempre prendere la laurea del coglione quando vuole. Se uno vuole prendersi una laurea pubblica, ogni occasione e' buona''. Cosi' il premier Silvio Berlusconi, rientrando in albergo a Mosca, ha risposto ai cronisti che gli chedevano delle critiche piovute dal Pd alle sue parole su Barack Obama. ''Io mi sono veramente rotto e dico tutto quello che penso'', ha aggiunto.
''Quello che so - ha continuato Berlusconi - e' che quando veniamo qui siamo in una sintonia totale con il presidente e con il primo ministro''. ''E in America - ha sottolineato - avete visto come sono stato accolto dal presidente Bush e la stessa cosa avverra' con la nuova amministrazione''. Per questo, ha concluso, ''non posso essere piu' stupito di nulla''.


Poi, in serata, Berlusconi ha sentito il bisogno di recuperare un contegno istituzionale.

L'ultima battuta scherzosa e' rivolta ai cronisti: ''Non fatevi tentare dalle tentazioni della notte di Mosca che sono infinite. Fate i bravi e se invece non fate i bravi, tenete almeno alta... la bandiera dell'Italia''.

Ma nonostante tutto qualcuno non ha ancora capito.


Alle domande incalzanti del giornalista americano Steve Sherer («Presidente si rende conto che il suo commento su Obama è offensivo negli Stati Uniti? Perché non chiede semplicemente scusa?) il presidente del Consiglio ha prima replicato con una certa calma: «Vedo che anche tu ti sei messo nella lista di quelli che ho detto ieri...». Quindi ha aggiunto alzandosi e lasciando la sala: «Ma per favore, per favore chiedi scusa tu all'Italia...non c'è il senso del ridicolo». Berlusconi si è poi allontanato per fare rientro in Italia.

Finalmente è tutto chiaro. Ma il cronista americano si dimostra il classico "rosicone" che non sa perdere.

«Quando Berlusconi dice una cosa, io la riporto, e in questo caso non c’è una questione politica ma semplicemente di cortesia. Bisognerebbe capire che i tempi cambiano: Berlusconi ha 72 anni e non ha ancora capito - ha osservato Scherer - che cosa ha significato l’elezione di Obama negli Stati Uniti». Aver «fatto incazzare» Berlusconi, ha detto ancora il cronista della Bloomberg, «per me è un onore: negli Stati Uniti il giornalismo è critica del potere, o meglio dell’abuso del potere. Il fatto che Berlusconi si sia alterato vuol dire che io, come giornalista, ho fatto il mio lavoro».

Ansa.


Attendendo le scuse dello Sherer vorrei dire la mia.

L'uscita di Berlusconi non è certamente razzista, basterebbe anche solo guardare la sua squadra di calcio per non dubitarne e non è il razzismo che gli è stato rimproverato, ma la capacità di dire sempre la cosa meno opportuna nel momento più sbagliato.

Che sia il kapò all'eurodeputato Schultze, le prese in giro al primo ministro finlandese Tarja Halonen, la mitraglietta mimata alla giornalista troppo indiscreta con Putin, le corna nella foto coi ministri degli esteri, la sparata sulla spagna che ha troppi ministri donna o la proposta di presentare la moglie al primo ministro danese, Berlusconi getta nello sconforto.

Diventa struggente rendersi conto che quelle sparate che si perdonano ad un bambino che faccia notare l' alopecia di un passante o la scarsa forma fisica di un'amica di famiglia oggi noi, adulti o bambini, le si debbano perdonare al capo dello stato.

Berlusconi emerge nel palcoscenico della politica internazionale come un buffo personaggio che ogni volta che c'è da fare una battuta triste offre piene garanzie di successo, interviene con tempi comici che manco al bagaglino e quando gli si fa notare che non si trova al Bar Sport, stizzito parte in quinta al contrattacco in discorsi che tendono spesso a ricordare i soliloqui di un ubriaco che tornando a casa ogni tanto inveisce contro le auto che passano.

Non c'è cattiveria in quello che dice, c'è solo la nostra rassegnazione a raccattare figuracce in giro per il globo. Avete presente quei personaggi che ad appuntamenti come la promozione di un collega si presentano alla cena istituzionale e via di frontini al capo, collini al festeggiato per concludere cantando "quel mazzolin di fiori" coi rutti? Ecco, la sensazione è la stessa.

La sensazione che "yes you can change, but we don't", che non usciremo mai dallo stallo in cui ci troviamo se nel day after di un cambiamento, anche se forse simbolico più che sostanziale, il nostro capo del governo, da noi eletto, non trova niente dimeglio da fare se non una battuta del genere. Giusto per poi, da buon italiano, difenderla come una "carineria" e dare dell'imbecille e del coglione a 5 miliardi di persone che invece che una "carineria" hanno sentito distintamente una "cretineria".